La sua fedina penale sembrava rappresentare un bel biglietto da visita e non lasciare spazio a dubbi: assalti a mano armata e furti, insomma uno specialista dei reati contro il patrimonio. Tuttavia non era stato lui a far irruzione in banca, a minacciare l’impiegato e a fuggire col bottino.
Per questo venerdì 28 gennaio il Tribunale di Tivoli ha assolto per non aver commesso il fatto Rocco Briscese, pregiudicato romano di 60 anni, dall’accusa di rapina aggravata in concorso messa a segno il 29 dicembre 2006 ai danni di una banca di Rignano Flaminio. Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia ha accolto la tesi del legale dell’imputato, l’avvocato Marco Lucentini del Foro di Roma, rigettando la richiesta di condanna a undici anni di reclusione avanzata dalla Procura.
Il nome di Rocco Briscese fu iscritto nel registro degli indagati nell’estate del 2009, quando i carabinieri di Perugia lo intercettarono al telefono con altri due pregiudicati romani nell’ambito di un’inchiesta anti-rapina su una serie di colpi messi a segno in Umbria.
Sulla base dei dialoghi gli investigatori si convinsero che Briscese e i due amici fossero gli stessi tre banditi che il 29 dicembre 2006 avevano svaligiato la filiale di Rignano. Ipotesi non condivisa dalla Procura di Tivoli che richiese l’archiviazione del caso, ma nel 2010 il Giudice per l’udienza preliminare prosciolse gli altri due mentre decise l’imputazione coatta per il 60enne romano e il suo rinvio a giudizio.
Nel 2016 l’inizio del processo che si è concluso venerdì scorso con l’assoluzione con formula piena. “A distanza di 15 anni è stata fatta giustizia – commenta l’avvocato Marco Lucentini – Sarebbe stato assurdo condannare il mio assistito sulla base degli stessi elementi per i quali la Procura di Tivoli aveva già richiesto l’archiviazione”.