Fu un acquisto travagliato quello dei 28 appartamenti di proprietà del Comune di Guidonia Montecelio siti in via Garibaldi 208 a Villanova. Si tratta di 28 monolocali da 29 a 49 metri quadrati, la stragrande maggioranza dei quali al di sotto dei parametri minimi richiesti per essere considerati case popolari, cioè 45 mq, pagati 5 miliardi 117 milioni 858 mila lire finanziati dalla Regione Lazio.
A 23 anni dall’assegnazione avvenuta nel 1999, il caso è stato riaperto da tre sentenze firmate a febbraio scorso dal giudice del Tribunale Civile di Tivoli Marco Piovano che ha certificato una situazione illecita e annullato tre ordinanze di sgombero emesse dal Comune nei confronti di tre famiglie dichiarate decadute dal titolo di legittime assegnatarie per una presunta morosità (ne abbiamo parlato qui), alle quali non fu mai stipulato un contratto di locazione (ne abbiamo parlato qui)
Tiburno.Tv è andato a scartabellare tra gli atti dell’epoca e ha scoperto che in Comune tutti sapevano che quegli appartamenti non potevano essere affittati agli inquilini aventi diritto a una casa popolare (ne abbiamo parlato qui).
L’operazione iniziò con l’avviso deliberato il 7 ottobre del 1996 dalla Giunta di Centrosinistra di Ezio Cerqua per l’acquisizione di immobili aventi le caratteristiche richieste dalle leggi di Edilizia residenziale pubblica (Erp):
“L’amministrazione comunale intende procedere all’acquisto, anche frazionato, di alloggi, di nuova costruzione liberi ed agibili, già costruiti o in corso di costruzione, da consegnare entro 8 mesi dall’offerta, conformi alla normativa sulla Erp e ubicati nel territorio comunale. Di massima gli alloggi dovranno rispondere alle seguenti tipologie: 2/5 da 45 a 60 mq.; 2/5 da 60 a 75 mq.; 1/5 da 75 a 95 mq”.
Al bando aderirono cinque imprese.
Tre di Roma: “Egeco srl”, “Ace Spa” e “Villa Arancia srl”.
Una di Villanova, la “Finanpi srl” del compianto imprenditore Dino Pirandola.
Una di Mentana, la “Immobiliare Guidonia II srl”.
La prima trattativa per l’acquisizione di immobili liberi con le caratteristiche dell’Erp fallì a dicembre ‘97. Così pure la seconda a febbraio ‘98 con “Egeco”, “Ace” e “Villa Arancia” le cui offerte non rispondevano ai requisiti.
Il 15 maggio 1998, terza delibera di giunta per acquistare gli alloggi Erp.
Alla trattativa privata furono convocate le ditte “Cogea srl” dell’imprenditore guidoniano Palmiro Bernardini e la “3D Immobiliare srl” dell’imprenditore ed ex consigliere comunale del Nuovo Polo Civico a Guidonia Montecelio Mauro De Santis, proprietari del complesso di 28 alloggi con box di via Garibaldi.
Il 18 febbraio 1998 l’allora dirigente all’Urbanistica Giovanna Recchia relazionò il sindaco Ezio Cerqua circa la verifica sul complesso di via Garibaldi.
“Risultano 8 alloggi al primo piano – scrisse l’architetto Recchia – 4 dei quali sono monolocali della superficie di mq. 30 circa, ai quali risultano abbinati gli spazi soffitta ubicati nel piano sottotetto. Per quanto attiene i monolocali si rileva che le dimensioni planimetriche non rispondono alle tipologie minime richieste nel bando (alloggio minimo di 45 mq.).
Ove fosse necessario adeguare gli spazi alle indicazioni del bando occorrerà produrre dichiarazione per la fusione di tali unità abitative”.
Un vero e proprio altolà sul fatto che i monolocali erano – e sono – di dimensioni non rispondenti alla tipologia minima richiesta nel bando, eppure il dirigente non fu ascoltato.
Tant’è che l’assessore alle Finanze Sabatino Leonetti invitò “Cogea srl” e “3D Immobiliare srl” alla trattativa.
L’Ente acquistò le 28 abitazioni con ripostigli e box di superfici convenzionali variabili tra i 61,98 metri quadrati e i 102,03 a prezzi compresi tra i 128 e i 212 milioni di lire.