Una figura controversa e per molti tratti inedita, con una vita fatta di scandali e di solitudine.
E’ la vita di Augusto Turati, campione di scherma, dirigente sportivo, giornalista e politico del Regime di Benito Mussolini. A raccontarla è lo storico di Tivoli Riccardo Luciani, nel suo ultimo libro pubblicato da Idrovolante edizioni, “L’altro Turati: storia di Augusto, segretario del PNF”.
Luciani, politico di lungo corso come consigliere comunale e assessore nell’amministrazione del sindaco di Tivoli Sandro Gallotti, oltre che come consigliere – fino a settembre 2020 – dell’attuale sindaco Giuseppe Proietti in materia di gemellaggi e politica internazionale, narra la parabola umana e politica di Augusto Turati.
Un personaggio controverso, ex segretario del partito nazionale fascista, in carica dal 1926 al 1930, che finì confinato a Rodi a seguito di uno scandalo sessuale di cui rimase vittima, orchestrato ad arte dal suo acerrimo nemico, Roberto Farinacci.
Passato dai palazzi del potere ad aziende agricole inesistenti da realizzare tra la Grecia e l’Etiopia, il saggio storico di Luciani racconta uno pezzo di storia del Regime dimenticata, quasi inedita che, dietro le adunate di piazza ed il consenso nascondeva scandali, ripicche e gelosie tra gli stessi gerarchi, molto spesso vittime di bieco provincialismo.
Apprezzato sia per il suo operato che per la sua indipendenza da Mussolini dallo storico De Felice e dallo storico gramsciano Candeloro, Augusto Turati morì in solitudine e povertà a Roma nel 1955.