Il progetto appare fumoso ancor prima di accendere i forni, per cui deve essere autorizzato.
Soprattutto perché si traduce in un maggior numero di automezzi in entrata nell’impianto, in un incremento delle tonnellate di combustibile in ingresso e in una ulteriore implementazione di emissioni in atmosfera.
Per questo mercoledì 7 dicembre con la sentenza numero 16385 – CLICCA E LEGGI LA SENTENZA – il Tar del Lazio ha respinto il ricorso della “Buzzi Unicem Spa” per ottenere il via libera ad alimentare il cementificio di Guidonia col Combustibile Solido Secondario, derivato dalla lavorazione della componente secca (plastica, carta, fibre tessili) dei rifiuti non pericolosi, sia urbani sia speciali.
La “Buzzi Unicem” si era appellata al Tar per far annullare gli atti emessi a febbraio scorso da Regione Lazio e Arpa, che avevano negato al colosso del cemento la possibilità di introdurre il Css qualificato come “end of waste” nell’impianto di cottura clinker dello stabilimento di Guidonia in parziale sostituzione dei combustibili fossili (pet coke e carbon fossile) impiegati fino ad oggi.
Secondo Buzzi Unicem, il progetto di modifica sarebbe “non sostanziale” rispetto all’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) rilasciata il 28 aprile 2017 dalla Città Metropolitana di Roma e prevede la realizzazione di una nuova unità impiantistica per il ricevimento, lo stoccaggio e il dosaggio del CSS-C prodotto, al punto di emissione E11 “Forno + Mulino crudo”, con un incremento da 12 a 15 dei viaggi giornalieri per il trasporto allo stabilimento.
In poche parole, secondo il cementificio, la sostituzione di combustibili tradizionali con Css, se non comporta incremento della capacità produttiva autorizzata e non integra una modifica sostanziale, implica il solo aggiornamento del titolo autorizzatorio, da comunicare all’autorità competente che, nei trenta giorni successivi alla comunicazione, ove ritenga trattarsi di modifica sostanziale ordina al gestore di presentare domanda di nuova autorizzazione.
Fatto sta che la Direzione Regionale Ambiente ha considerato il progetto una modifica sostanziale, per cui ha richiesto alla Buzzi di aggiornare l’Aia della cementeria di Guidonia inviando una nuova domanda di autorizzazione corredata da una relazione contenente un aggiornamento delle informazioni.
D’altronde l’Arpa, delegata dalla Regione per valutare la modifica richiesta e per eventuali prescrizioni da inserire, aveva già espresso dubbi sulla compatibilità ambientale del progetto.
Infatti l’Agenzia Regionale per la protezione ambientale ha in sintesi segnalato che:
– non è noto il quantitativo massimo di CSS-C per il quale si richiede l’autorizzazione, né l’effettiva percentuale di sostituzione del combustibile tradizionale;
– la modifica proposta comporta una variazione del quadro emissivo autorizzato, in quanto risultano attivate due nuovi sorgenti emissive;
– l’introduzione del CSS-C comporta un aumento del traffico indotto dalla cementeria di circa 3 viaggi al giorno, corrispondente all’1 % del totale dei viaggi in ingresso allo stabilimento di Guidonia;
– occorre altresì considerare l’eventuale produzione di emissioni che provochino un impatto olfattivo, tanto è vero che anche le BATC prevedono la possibilità di utilizzare una o una combinazione di tecniche che implichino oltre ai filtri a tessuto anche lavaggi a umido rispetto ai residui prodotti durante il funzionamento dell’impianto si segnala che il Gestore non fornisce alcuna informazione al riguardo;
– con riferimento alle emissioni di acque reflue … si segnala la necessità di rivalutare se l’attuale modalità di gestione delle acque meteoriche rimanga congrua anche a seguito dell’attivazione delle nuove attività, rispetto al possibile incremento della contaminazione delle acque meteoriche;
– l’utilizzo di CSS-C al forno di cottura numero 1 comporta l’applicazione dei limiti emissivi e implica la necessità di rivalutare i limiti prescritti nell’AIA vigente.
Il Tar ha preso atto che l’Arpa e la Regione Lazio hanno espresso, senza essere sufficientemente sconfessate, ulteriori perplessità in merito alle emissioni odorigene provenienti dagli impianti di ricezione e dosaggio, alla valutazione dei residui prodotti durante il funzionamento dell’impianto, all’eventuale impatto della modifica rispetto alla possibile contaminazione delle acque meteoriche e di dilavamento del piazzale, nonché alla capacità di stoccaggio delle acque piovane contaminate.
Tutti elementi sufficienti a far escludere la possibilità di aggiornare l’Autorizzazione originaria: se Buzzi Unicem intende bruciare Css a Guidonia deve seguire la procedura ordinaria di modifica sostanziale.
Per la cronaca, il Comune di Guidonia Montecelio non si è costituito in giudizio davanti al Tar contro il ricorso della cementeria.