GUIDONIA – Il regista Paolo Virzì ai liceali: “Stiamo distruggendo il pianeta”

Ancora un appuntamento di alto profilo con il cinema italiano a cura del Polo Majorana-Pisano: matinée con il film “Siccità” al “The Space”

Dopo l’Oscar Giuseppe Tornatore, Carlo Verdone, Riccardo Milani, Giuseppe Piccioni, Giulio Base, Roberto Andò, Pupi Avati, Paola Cortellesi, Benedetta Porcaroli, Pierfrancesco Favino, Riccardo Scamarcio, mercoledì 7 dicembre è stata la volta del regista e sceneggiatore toscano Paolo Virzì.

L’occasione per i duemila studenti del Polo d’Istruzione Superiore “Majorana-Pisano” di Guidonia Montecelio, accompagnati dai loro insegnanti, è stata la proiezione della sua ultima opera, “Siccità” (2022), il film con Valerio Mastandrea e Monica Bellucci.

Un film “più che distopico – precisa Paolo Virzì, rivolgendosi al gremito uditorio – come lo hanno definito alcuni giornalisti, del resto legittimamente, direi “potenzialmente realista”.

Ossia c’è il concreto rischio, che l’acqua, l’“oro blu”, le cui risorse sono da tempo ridotte in diverse aree del mondo, possa venire a mancare anche in quelle regioni più tecnologicamente all’avanguardia, incluso il nostro rassicurante mondo occidentale.

Se non cambiamo le cattive abitudini di aggressivi ospiti del nostro habitat, noi esseri umani che stiamo alterando il pianeta, il nostro ecosistema, rischiamo, non solo le catastrofi come quelle di questi giorni ad Ischia, ma anche l’inquinamento dell’aria e delle acque.

Siccità parla della possibile sventura di trovarci improvvisamente senza acqua per gli usi quotidiani e con i fiumi disseccati”.

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Ho apprezzato molto Siccità – interviene lo studente Federico Giosi, Liceo Scientifico – perché accanto al tema principale della inaspettata mancanza d’acqua che cambierebbe le nostre vite all’improvviso, lei ha inserito diverse piccole storie: il rapporto sentimentale tra due ragazzi, quello tra figli e genitori, quello del ruolo dei media-vampiri che si gettano sulla cronaca per fare audience… Davvero una bella commedia. I miei complimenti!”.

Ti ringrazio – replica Virzì – e mi prendo tutti i tuoi complimenti. Mi fa piacere che tu lo abbia visto come una commedia.

Anche se ci sono momenti un po’ forti, drammatici, ma hai capito lo spirito che è quello della commedia amara”.

Su una lettura sociologica e filosofico-esistenziale è tornato anche il filosofo Paolo Piccolella, chiosando come “Siccità non solo si collochi già di per sé in un tempo storico non futuribile ma attuale, quello dell’Antropocene, quindi, paradossalmente il racconto è quasi una sorta di docu-fiction sulla precaria salute del pianeta e sui rapporti umani, ma tale visione è rafforzata, mi pare, anche dal motivo delle piante, che ricorrono negli interni: piante simbolo dell’ultimo baluardo a difesa di un ecosistema orami alterato dall’uomo”.

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La ringrazio per la bella osservazione – ha replicato Virzì – il tema delle piante, voluto decisamente da me e dallo scrittore Paolo Giordano, fa appunto da contraltare a un ambiente naturale già danneggiato, si pensi allo scioglimento delle calotte polari, forse in maniera definitiva”.

Prima di lasciare i ragazzi Paolo Virzì è stato avvicinato dallo studente Ettore Ortenzi, corso di Scienze Umane, che gli ha citato a memoria alcune battute di Ferie d’agosto (1996) e Ovosodo (1997).

Il regista, stupefatto, ha replicato: “Ma come fai a conoscere i miei film se hai diciassette anni?”.

Li ho recuperati sulle piattaforme!”, ha spiegato lo studente.

I mei complimenti, davvero! – ha concluso Paolo Virzì – Grazie. Visto che siete tutti così esperti di cinema, tornerò volentieri a Guidonia!”. (E. C.)

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