Il fumo nero si notava a distanza di chilometri e non poteva di certo passare inosservato, tantomeno all’elicottero che perlustrava la zona.
Così martedì 3 gennaio a Guidonia Montecelio i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (Nipaaf) di Roma hanno arrestato per rogo tossico D. L., un operaio italiano di 74 anni, residente a Guidonia e già noto alle forze dell’ordine, dipendente di una società con sede a Roma.
Insieme a lui sono finiti nei guai e denunciati a piede libero anche i titolari dell’azienda, un 70enne italiano di Albano Laziale in qualità di amministratore unico e una italiana di 52 anni residente in Gran Bretagna, socio unico della società.
Secondo le prime informazioni raccolte dal quotidiano on line della Città del Nordest Tiburno.Tv, tutto è stato scoperto durante il sorvolo su un elicottero del Raggruppamento Aeromobili Carabinieri di Roma Urbe.
I militari del Nipaaf erano impegnati in un controllo di routine finalizzato alla tutela dell’ambiente, del territorio e delle acque, quando hanno notato il fumo nero provenire dalla località denominata “Comprensorio Travertinicolo”, nei pressi della “Cava Caucci Mario”, estranea alla vicenda, in via Pantano, la strada che collega via Maremmana Inferiore a Villanova con via Roma a Guidonia.
A quel punto l’elicottero è atterrato e gli investigatori sono intervenuti nella cava sorprendendo l’operaio in flagranza di reato.
Su una superficie di circa 15 metri quadrati l’uomo stava bruciando 5 metri cubi di rifiuti speciali pericolosi di derivazione edile, in particolare guaine catramate, materiale che emette sostanze tossiche e nocive per l’ambiente e la salute.
Dagli accertamenti effettuati dai Carabinieri del Nipaaf è emerso che il 74enne è il capo cantiere della cava gestita dall’azienda con sede a Roma.