Una targa da ieri a Roma ricorda Mario Brega a cento anni dalla sua nascita. E’ stata fissata sul palazzo in cui il famoso attore e caratterista romano ha abitato nel quartiere Marconi, al civico 18 di via Oderisi da Gubbio. Alla breve cerimonia di inaugurazione c’era Carlo Verdone e il sindaco Roberto Gualtieri. “Brega ha saputo cogliere l’identità di Roma in modo apparentemente esagerato, ma sempre con un elemento di dolcezza. Un simbolo della Roma che non c’è più ma c’è sempre dentro di noi”, il commento di Gualtieri.
Tivoli aveva già omaggiato il padre Primo Brega. Primo era nato proprio nella Città dell’Arte nel novembre 1893: è stato un mezzofondista italiano, guadagnando anche medaglie d’oro. Ed è per questo che a Tivoli Terme gli è stata dedicata la via Primo Brega.
Mario ha superato anche il successo del papà bucando sul cinema e sulla tv. Oltre settanta film in carriera (ha lavorato anche con Sergio Leone) Mario Brega è diventato un personaggio cult con Carlo Verdone e i suoi successi degli anni ’80. A “Borotalco” interpretava il suocero manesco di Verdone, ma è stato anche il padre comunista dell’hippy di “Un sacco bello” e poi Er Principe, il camionista di “Bianco rosso e Verdone”, quello con la mano che ‘po’ esse fero e po’ esse piuma’.
Come Verdone scoprì Brega
“Era un uomo senza paura, un pazzo, portò se stesso sul set, non si capiva mai quanto recitasse. Lo conobbi a casa di Leone, mi mancava l’attore per il padre dell’hippy. Entrò questo omone con la camicia aperta, una grande croce d’oro: ‘a Sergio, vengo dar mercato, t’ho portato i carciofi’ (l’ha imitato Verdone), era perfetto”., ricorda Verdone.
“Era perfetto per fare il padre di Ruggero, l’hippy, un contrasto formidabile”, ricorda Verdone. “Se quei film hanno avuto tanto successo è grazie anche a lui e a Elena Fabrizi, gli ultimi grandi caratteristi di Roma, ne sono orgoglioso. Il cinema ha questo: rende immortali”.