L’incendio più devastante è stato dovuto con tutta probabilità ad un corto circuito, ma nella stessa notte le fiamme hanno brillato in altri 4 punti dell’hinterland tiburtino.
Per scoprire se si tratti di una pura casualità, oppure ci sia la mano dell’uomo indagano gli agenti del Commissariato di Tivoli ai quali sono pervenute le segnalazioni.
Una notte d’inferno quella tra mercoledì 5 e giovedì 6 aprile tra Guidonia Montecelio e Tivoli.
Tutto è iniziato verso le 23 di mercoledì, quando un violento incendio ha divorato la sede operativa della “Team Coop”, una società di trasporti e logistica in Via Alessandro Caselli 9, nella zona di Casa Calda, nei pressi del passaggio a livello che collega Guidonia Centro alla via Maremmana inferiore.
Secondo una prima ricostruzione, un dipendente avrebbe visto le fiamme sprigionarsi da una vettura parcheggiata sotto una tettoia a ridosso del capannone. L’uomo avrebbe tentato invano di domare le fiamme, mentre sarebbe riuscito a spostare alcuni mezzi per limitare i danni.
Tuttavia il rogo è diventato incontrollabile, alimentato da divise in materiale sintetico presenti all’interno del magazzino.
I vigili del fuoco, intervenuti in via Caselli con cinque squadre, tre autobotti, due autoscale e il TA/6, hanno lavorato fino alle 9 di giovedì mattina per ultimare le operazioni di bonifica e messa in sicurezza dei luoghi.
Ma nel frattempo le fiamme hanno illuminato la notte in altre 4 zone.
Verso l’una e mezza pompieri e poliziotti sono intervenuti in Fratelli Gualandi, a Castel Arcione, quartiere di Guidonia Montecelio a ridosso della Pista d’Oro: in questo caso il fuoco ha divorato un furgone Opel e una Renault Clio in sosta, rinvenuti senza targhe.
Circa mezz’ora più tardi le fiamme sono state appiccate al telone di un ponteggio su un antico stabile disabitato in via Domenico Giuliani, nel centro storico di Tivoli.
E pochi minuti dopo i poliziotti hanno ricevuto la segnalazione di due cassonetti incendiati rispettivamente in via dei Sosii e in via del Riserraglio, sempre nella zona storica della “Superba”.
Una casualità? Oppure dietro la scia di fuoco c’è la mano dei piromani?