NEROLA - “Wojtyla pure insieme se le portava a letto”, le accuse oscene al Papa Santo

Nel 2009 Marcello Neroni parlò così col giornalista Alessandro Ambrosini, ma non sapeva di essere registrato

Spara a zero sul Papa Santo che “usciva la sera e non certo per benedire le case”.

Sproloquia su “Emanuela e quell’altra ‘zozzetta’”, lasciando intendere che la 15enne scomparsa fosse usata in fantomatici giochi in Vaticano.

Sono soltanto alcuni passaggi delle dichiarazioni choc fatte nel 2009 da Marcello Neroni, il pregiudicato romano di 82 anni da tempo trapiantato a Nerola, piccolo Centro di nemmeno 2 mila anime nella Sabina Romana (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO), oggi al centro dell’inchiesta aperta in Vaticano su Emanuela Orlandi, la 15enne scomparsa il 22 giugno del 1983.

Quattordici anni fa Neroni fu intervistato dal giornalista Alessandro Ambrosini e a sua insaputa registrato per tre ore e mezzo in un audio in possesso della Procura di Roma pubblicato qualche mese fa dal blog “Notte Criminale”.

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“Wojtyla pure insieme se le portava a letto, se le portava, non so dove se le portava, all’interno del Vaticano – dice Marcello Neroni al giornalista Alessandro Ambrosini – Quando è diventata una cosa che ormai era diventata una schifezza, il segretario di Stato ha deciso di intervenire.

Ma non dicendo a Wojtyla ora le tolgo da mezzo.

Si è rivolto a chi?

Lui essendo esperto del carcere perché faceva il cappellano al riformatorio, si è rivolto ai cappellani del carcere. Uno era calabrese, un altro un furbacchione.

Un certo Luigi, un certo padre Pietro: non hanno fatto altro che chiamare De Pedis e gli hanno detto sta succedendo questo, ci puoi dare una mano?

Punto. Il resto so’ tutte caz*ate”.

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