Saperi e sapori della Cammorata. Domenica in festa oggi, 23 aprile, a Camerata Nuova, 400 abitanti, nel Parco dei Monti Simbruini. La Pro Loco propone una mostra fotografica sugli usi e costumi dell’antica Camerata (anticamente Cammorata) e un percorso enogastronomico con tappe nei vicoli del borgo. A riempire di allegria la giornata la Street Band Smilf.
Il menu proposto per il pranzo nelle cantine: sagne n’ pezze, una orta di maltagliati fatti in casa e conditi con aglio e olio, spezzatino in umido coi fagioli, la pecora alla cottora (al sugo coi peperoni), e per dolce, crostata con le mandorle e ciambelletti. Aperitivo con formaggi e salumi del posto.
Nel centro storico esposizione di attrezzi antichi e gli arredi di un’antica casa.
Camerata Vecchia, il paese che non c’è più
La nascita di Camerata (Vecchia) si attesta intorno all’anno 900-960 d.C. Costruita sulla sommità di un promontorio roccioso (1250 mt slm), il castello di Camerata era circondato da imponenti mura, fino al 1859, anno in cui il paese venne distrutto da un violento incendio, per poi essere ricostruito con il nome di Camerata Nuova.
Il suo territorio è compreso nel Parco Naturale dei Monti Simbruini: tra la valle di Fioio, il Monte Autore ed il fondo della Femmina Morta c’è la possibilità di percorrere numerosi sentieri a piedi e a cavallo, e di praticare sci di fondo nei pressi del grande piano carsico di Camposecco.
Meta di pellegrinaggi è il Santuario della Madonna delle Grazie e nella parrocchiale di Santa Maria Assunta è conservata una statua lignea della Madonna salvata dall’incendio di Camerata Vecchia.
Camerata Nuova è anche famosa per i suoi “arcari”, maestri artigiani del legno dediti alla costruzione delle arche, caratteristiche cassapanche in legno di faggio.
Siti di interesse
Ruderi di Camerata Vecchia. Dal paese è possibile visitare i ruderi di Camerata Vecchia che sorgono su una rupe calcarea posta al margine più orientale di un lungo costone la cui parte sommitale coincide con il Monte Camposecco.
Visitando questi luoghi si resta affascinati dalla vista delle antiche mura ma nel contempo si può rimanere confusi nel sapere che solo un secolo e mezzo fa lì viveva gente, artigiani, contadini e pastori, costretta ad abbandonare il paese natio per ricominciare di nuovo.