MARCELLINA - Centro anziani, il presidente rimosso fa causa al sindaco: la sentenza

Il sindaco Lundini cacciò il presidente Alessandrini per averlo criticato in pubblico

E’ un caso che fece storia e scalpore: un presidente di Centro anziani rimosso addirittura dal sindaco per aver criticato davanti a centinaia di persone l’operato dell’amministrazione comunale, in particolare del primo cittadino e della sua vice.

Accadde nell’estate del 2019 a Marcellina, Comune di nemmeno 7 mila abitanti con un’amministrazione civica guidata dal sindaco Alessandro Lundini.

Oggi, venerdì 5 maggio, a distanza di 4 anni, il caso torna alla ribalta della cronaca locale perché si è risolto davanti al Tar del Lazio in un nulla di fatto.

Enrico Alessandrini, il Presidente del Centro anziani di Marcellina rimosso per critiche all’amministrazione

Con la sentenza 7637 – CLICCA E LEGGI LA SENTENZA - i giudici amministrativi hanno dichiarato improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse il ricorso presentato all’epoca da Enrico Alessandrini, 80 anni, eletto a furor di popolo il 15 maggio 2017 con circa 180 preferenze e “defenestrato” col decreto numero 9 firmato il 16 luglio 2019 dal sindaco Alessandro Lundini.

Il sindaco di Marcellina Alessandro Lundini

In Tribunale Alessandrini ha spiegato di non voler proseguire la causa, visto che a gennaio scorso è stato di nuovo eletto a maggioranza presidente dell’Associazione di promozione sociale che gestisce il centro sociale anziani del comune di Marcellina, per cui considera ripristinato il ruolo ed il prestigio a suo giudizio compromessi dal provvedimento del sindaco.

Tutto ebbe inizio il 29 giugno 2019, in occasione della prima serata degli eventi estivi organizzati dal Centro anziani. Enrico Alessandrini preparò una festa coi fiocchi, ma nonostante le segnalazioni al Comune si era ritrovato il giardino al buio e a quel punto avrebbe “sparato a zero” contro l’amministrazione davanti a circa 150 persone arrivate da Marcellina e Comuni limitrofi.

La sede del Centro anziani del Comune di Marcellina

Critiche talmente aspre da convincere il primo cittadino a rimuoverlo dall’incarico.

Stando a quanto scritto nel Decreto, Alessandrini sarebbe salito sul palco e, preso il microfono, avrebbe pronunciato “parole sconvenienti e di aspra critica” nei confronti dell’Amministrazione comunale ed in particolare del Sindaco Lundini e del Vicesindaco Cinzia Cara.

Alessandrini non avrebbe risparmiato accuse né critiche ai due, “rei” di aver “ignorato” la manutenzione del palo della luce non funzionante per via del quale la festa si sarebbe tenuta quasi a lume di candela.

Accuse pretestuose, stando al decreto, perché pare che il Presidente fosse a conoscenza che l’Amministrazione si era già adoperata per la riparazione del palo incaricando la ditta appaltatrice. Se non fosse che gli operai giunti sul posto non avrebbero potuto effettuare l’intervento a causa della chiusura del cancello del giardino.

Sempre il Decreto recitava che Alessandrini avrebbe tenuto un comportamento gravemente lesivo dell’immagine, non soltanto del Sindaco e del Vice, ma dell’intera Amministrazione comunale.

In poche parole avrebbe violato i doveri di leale e corretto comportamento ai quali sono sottoposti tutti i membri del Comitato di gestione in qualità di incaricati dell’Amministrazione comunale.

A settembre 2019 Tiburno, lo storico settimanale della Città del Nordest in edicola dal 1990 al dicembre 2021, intervistò Enrico Alessandrini, ex tornitore della Romanazzi prima e impiegato del Ministero Lavori pubblici poi, personaggio molto noto a Marcellina per essere stato tra i fondatori della Pro Loco e della banda musicale, oltre che promotore dell’apertura del Centro anziani negli anni 80 quando per due lustri fu eletto consigliere comunale.

“Ho sempre lavorato per la collettività e non merito questo trattamento”, esordì in una lunga intervista in cui raccontò la sua versione dei fatti e alcuni retroscena curiosi che riportiamo letteralmente.

Presidente, il sindaco l’ha rimossa dall’incarico perché lei avrebbe contestato l’amministrazione comunale il 29 giugno in occasione della prima serata estiva. Tutto per un lampione?

Sì, da una quindicina di giorni il giardino del centro anziani era al buio.

E siccome sabato 29 giugno iniziavano le serate estive, martedì 25 telefonai al sindaco chiedendo di farlo sistemare altrimenti non avrei potuto organizzare la festa.

E il sindaco che le disse?

Che mi dava una mano.

Giovedì 27 però il Centro aveva organizzato una gita alla Santissima Trinità e siamo partiti alle sei di mattina mentre due componenti del Direttivo non sono venuti e sono rimasti a Marcellina.

Nessuno di noi sapeva che giovedì doveva venire la ditta.

Se sono venuti veramente, gli operai dovevano contattare l’amministrazione e invece se non sono andati perché hanno trovato il cancello chiuso.

Perché il Centro non era aperto giovedì mattina?

Il Centro la mattina è sempre stato chiuso, noi abbiamo l’ordine di aprire dalle 16 alle 19,30. Fatto sta che ritornati dalla gita, giovedì sera ho atteso il tramonto e con la macchina sono andato a vedere se il lampione era stato riparato ma era sempre buio.

Così venerdì mattina, il giorno prima della festa, ho telefonato al sindaco ma non mi ha risposto, forse era indaffarato.

A quel punto ho chiamato il vicesindaco che mi ha detto che avrebbe fatto una telefonata anche lei alla ditta.

Scusi Alessandrini, ma il Comune non ha le copie delle chiavi?

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Certo.

Per questo dico che gli operai dovevano cercare o l’amministrazione, oppure i vigili urbani oppure il presidente e i membri del Comitato di Gestione che abbiamo tutti le chiavi.

Invece arriva il 29 giugno e succede il patatrac.

Era tutto buio. Avevamo organizzato la serata, il cantante ha installato sul palco i fari per illuminare la pista da ballo, ma rimanevano al buio i lati della pista.

Per questo, mentre servivo a tavola la pasta, i presenti hanno iniziato a chiedermi perché era buio e a lamentarsi. Consideri che erano 150 persone arrivate anche da Tivoli e altri paesi vicini.

E lei che ha fatto?

Finito di servire ai tavoli, sono salito sul palco, ho preso il microfono, ho ringraziato i presenti, spiegando che il lampione stava così da 15, 20 giorni e che forse c’era stato un’incomprensione tra il Centro anziani, l’amministrazione comunale e gli addetti ai lavori.

Insomma, se gli operai erano venuti avrebbero dovuto cercarmi o telefonarmi, ma io non ho ricevuto niente, nessuno ha ricevuto niente.

Lei soltanto questo ha detto?

Soltanto queste parole, non è vero che ho inveito contro il sindaco come dicono.

Però nel decreto di rimozione il sindaco sostiene che lei avrebbe usato altri toni e termini.

Lui doveva farlo per forza, ma io quelle cose non le ho dette assolutamente perché non ho proprio l’indole di inveire. T

ra l’altro io, la mia famiglia e tutti i miei parenti questa amministrazione l’abbiamo sostenuta: non posso parlare male del sindaco e del vice, quest’ultimo tra l’altro era candidato in lista con mio nipote.

Oltre a quelle tre cose ho detto anche che per la prima volta al Centro anziani era l’associazione “Opera Buffa” specializzata nei murales che ha proposto una serata di beneficenza con l’incasso da devolvere per ristrutturare la facciata del Circolo sulla quale nessuno da vent’anni ci metteva mano e che faceva schifo.

Quindi quando nel suo intervento parla di “schifo” si riferiva alla facciata del Centro non all’amministrazione?

Certo.

Scusi Alessandrini, ma il sindaco Alessandro Lundini e la vice Cinzia Cara erano presenti al suo discorso?

No: giorni prima li avevo invitati alla serata ma non è venuto nessuno.

E allora perché è arrivata la vicesindaca?

Qualcuno le ha telefonato e lei si è presentata verso le 22,40. A un certo punto della serata un socio mi chiama avvertendomi che Cinzia Cara era nel mio ufficio.

Appena sono entrato, ha iniziato ad inveirmi contro: “Hai parlato male di me, del sindaco e dell’amministrazione”, diceva.

Sono rimasto esterrefatto, ho cercato di spiegarle che non avevo parlato male di nessuno, ma non ha voluto sentire ragioni e urlava: “Devi dare subito le dimissioni”.

Poi ha continuato, è uscita fuori in giardino e mentre ero in ufficio mi avvertito che era salita sul palco e litigava col musicista perché voleva il microfono e lui gli rispondeva che lo avrebbe consegnato soltanto al presidente del Centro.

In realtà non è così perché io non ho mai dato ordini a nessuno, chiunque sia andato là ha preso il microfono e ha parlato.

Questa è la sua versione dei fatti, ma restano due dubbi.

Quali?

Chi può aver chiamato la vicesindaca? E che interesse aveva a riferire circostanze che secondo lei non sono vere?

Non so se andavano cercando qualche appiglio per farmi fuori.

Intende dire che qualcuno vuole far fuori Alessandrini dal Centro anziani?

Può darsi di sì, può darsi di no: non lo so.

Se non lo sai lei che è il presidente.

Ancora non capisco cosa cercano da me che faccio le cose regolari e non prendo niente da nessuno: è difficilissimo trovare uno come il sottoscritto.

Perché il provvedimento è stato emesso dal sindaco e non dal Settore Servizi sociali?

Forse è pilotato dalla vicesindaca.

E perché Cinzia Cara ce l’ha con lei?

Sono due anni e mezzo che non lo capisco.

Come due anni e mezzo? Allora le ruggini risalgono nel tempo?

In due anni e mezzo ho cercato sempre la collaborazione ma pochissime volte ho trovato il modo di avere un colloquio in buon ordine con lei e col sindaco.

Che motivi ha la vice sindaca per avercela con Alessandrini?

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Lo vorrei sapere.

Ma lei non sa mai niente? Non sa se qualcuno organizza la fronda nel Centro?

In questi due anni e mezzo sono successe tante cose.

Alle elezioni ho preso tanti voti, ma c’è stata subito un’incongruenza con due donne che si sono dimesse non perché qualcosa non funzionasse ma perché non volevano lavorare con me.

Parlai col sindaco e col vice nel tentativo di reiserirle perché io sono aperto a tutti, ma queste signore non sono rientrate per cui furono surrogate dagli ultimi due eletti.

Non so se pure a questi due da un anno a questa parte non sta bene qualcosa, di sicuro ho aiutato sempre tutti e se qualcosa non va chiedo che mi sia detto perché in trenta secondi cambio tutto.

Enrico Alessandrini che presidente è? Che voto si dà?

Mi do 8 perché lavoro in qualsiasi campo, dalle gite ai soggiorni, dall’organizzazione ai rapporti con le associazioni: mi sono sempre prestato per tutti.

Quali novità ha portato al Centro anziani?

Appena insediato ho ripristinato il corso di Ginnastica che da due anni non si faceva più. Inoltre ho rimesso a posto i conti e oggi sul conto ci sono poco più di 8 mila euro, senza contare che durante la mia gestione si sono iscritti 70 nuovi soci.

Cosa vuole dire al sindaco?

Quello che gli ho già detto martedì scorso (3 settembre 2019, ndr) quando l’ho incontrato: ossia di ritornare sui suoi passi perché il Centro anziani l’ho fatto conoscere al circondario.

E l’ho fondato io quando ero consigliere comunale negli anni Ottanta.

Dall’età di 19 anni mi sono sempre prestato per il sociale a Marcellina e sono stato tra i fondatori della Pro Loco e della banda musicale che da quando sono uscito è scesa di tono.

Alla vice sindaca cosa vuole dire?

Io sono sempre per la collaborazione.

E a chi ha telefonato alla vice sindaca?

Quando uno fa queste cose non è all’altezza di stare nella società.

Il caso è stato portato anche all’attenzione del Consiglio comunale ma la mozione del consigliere del Movimento 5 Stelle Alessandro Marulli è stata bocciata.

Mi hanno votato tutti contro, ho visto in streaming assessori che hanno perfino denigrato il Centro anziani.

Chi?

L’assessore Antonio Bassani ha detto che il Centro anziani è diventato una balera: ovunque si balla, si ride e si scherza, anche in quello di Marcellina.

All’assessore Bassani non sta bene?

No, si vede che lui non fa il ballerino. Battute a parte, ha detto che per il progetto Piedibus non ha trovato disponibilità nel Centro anziani, in realtà ha indetto tre riunioni al Comune alle quali sono andato personalmente e all’ultima volta ho portato con me anche il vice presidente del Circolo. Ringrazio comunque chi in Consiglio mi ha preso le parti.

Qual è oggi il suo stato d’animo?

Mi sento giù di morale, scaricato, non sono più io, anche se quando vado al Centro la gente mi acclama.

Aveva mai sentito un sindaco rimuovere il presidente degli anziani?

Mai.

Il Regolamento cosa dice?

Il sindaco si è basato sugli articoli 17 e 19 saltando il 18, me lo sono studiato bene.

Farà ricorso al Tar?

L’ho annunciato anche al sindaco perché non ho altra scelta per annullare il decreto di rimozione.

E lui?

Mi ha detto che che la cosa è troppo calda, che gli serve tempo, ma il 16 settembre scadono i 60 giorni per proporre ricorso.

Servono un po’ di soldi.

Vediamo quanti.

A che pro appellarsi al Tar?

Lo faccio per la dignità della mia persona, quando esco per strada voglio guardare in faccia la gente come ho fatto sempre fino a oggi.

Anche perché se non viene annullato il decreto non posso nemmeno candidarmi alle prossime elezioni.

Non vorrà mica arrivare a 80 anni e fare ancora il presidente?

Certo, che c’è di strano?

Volevo fare altri tre anni, ma per colpa della rimozione non posso riconcorrere: insomma, mi hanno fatto fuori per non avermi di nuovo davanti. Questa è la verità. Perché se io partecipo alle elezioni sbanco: la gente mi vuole bene.

E così è stato: a gennaio scorso Enrico Alessandrini è stato di nuovo eletto Presidente a furor di popolo.

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