A Tivoli si aspetta con trepidazione l’inizio della Peregrinatio della Madonna di Quintiliolo, il pellegrinaggio della sua icona, che è partita ieri 13 maggio e proseguirà oggi 14 maggio presso la Parrocchia di San Biagio e la chiesa di Sant’Andrea, e terminerà il 22 luglio con le ultime tappe presso il Cimitero e Medicus.
Il pellegrinaggio è stato preceduto dalla festa dedicata alla Madonna di Quintiliolo, lo scorso 7 maggio 2023, quando i Tiburtini hanno accolto la traslazione dell’icona dal Santuario a lei dedicato, fino al Duomo.
L’evento avviene ogni prima domenica del mese di maggio, attestato da documenti risalenti al XVII secolo, in cui l’icona fa il giro della città, per poi rimanere esposta per tre mesi.
La storia dietro all’icona
Il ritrovamento dell’icona è molto particolare: infatti, secondo la tradizione, fu San Isidoro a scoprirla mentre arava. I suoi buoi si rifiutarono di continuare a lavorare, inginocchiandosi proprio nel punto dove pare sia stata ritrovata l’icona.
La leggenda ne richiama un’altra simile, legata al santuario della SS.ma Trinità sul Monte Autore, quando dei buoi caddero in un precipizio ma sopravvissero grazie alle preghiere del padrone che aveva invocato la Trinità.
Si pensa quindi che i due miti abbiano avuto origine a Subiaco, ma che furono ereditati dai territori tiburtini grazie ai monaci benedettini, insieme alla venerazione della Madonna del Giglio, simbolo presente anche nell’icona del Santuario di Quintiliolo.
Invece, la venerazione così sentita della Madonna di Quintiliolo da parte dei Tiburtini, ha origine antica.
Venerata dai contadini come “madonna dell’abbondanza”, venne chiesto, a partire dal 1679, di far soggiornare l’Icona presso la Cattedrale nei mesi più importanti del raccolto.
Da questo evento nasce la Peregrinatio della Madonna di Quintiliolo, che, nel resto dell’anno, soggiorna nel santuario a lei dedicato, situato fuori la città di Tivoli, tra ulivi secolari e adiacente alla villa romana di Quintilio Varo, da cui prende il nome.
Discordanti invece sono i pareri circa la data di realizzazione dell’icona: infatti si oscilla lungo tutto il XIII secolo, senza però avere una data precisa.
Inoltre, l’autore rimane sconosciuto ma si sono azzardate delle ipotesi: sarebbe un artista tiburtino, seguace della ormai superata, almeno per quel tempo, scuola bizantina.
Il simbolismo dell’Icona
Se si osserva l’icona, molti sono i simboli che richiamano la cristianità.
Il trono su cui siede la Madonna è abbellito in quanto simboleggia la vittoria. Ai suoi piedi, i dodici piccoli archi rappresentano gli apostoli, che trasmettono il Vangelo.
La Vergine indossa una tunica rossa, colore del sangue e simbolo della sua natura umana, mentre il manto azzurro riguarda il concepimento per opera dello Spirito Santo, che infatti richiama il colore del cielo. La posizione dei piedi di Maria e il volto leggermente tumefatto richiamano la passione.
La mano di Gesù, con tre dita unite, sta ad indicare la Santissima Trinità. Ed è vestito d’oro per indicare la luce e quindi un richiamo alla divinità.
Il giglio, infine, rappresenta il Figlio, culmine della creazione. Una particolarità dell’Icona è rappresentata anche dalla tavola, che appare irregolare: effettivamente, presenta dei bordi irregolari perché la tavola è stata ricavata da un unico pezzo di legno. (Camilla Nonni)