Il Castello Orsini di Castel Madama, sabato 27 maggio 2023 alle 17, ospiterà un evento culturale in cui ci sarà un incontro tra scrittura, pittura e fotografia.
Ideato dalla Dream With It, con la collaborazione del Comune e la Pro Loco di Castel Madama e l’associazione AVIS, l’evento vede una scaletta ricca di arte e la presenza di tre professionisti del settore.
Alle 17 infatti, si inizierà con la presentazione del libro di Jennifer Sciarretta, autrice di Castel Madama, dal titolo “Nella tana dell’Orso”: si inizierà con la proiezione del booktrailer presso la sala Baronale del Castello Orsini.
A seguire, un’intervista all’autrice guidata da Marina Monaco e Lucrezia Corboz, a cui si alterneranno pause per la lettura di alcuni estratti, a cura degli attori teatrali Giulia Quercioli e Alessio Terino.
Finita la prima parte dell’evento, in cui ci sarà anche l’editor e correttrice di bozze Annie Ogliastro, sarà possibile comprare una copia del romanzo con dedica dell’autrice e segnalibro.
Alla fine dell’intervista, presso l’ex aula consigliare, verrà allestita una mostra pittorica e fotografica: verranno esposte le opere di Tania Creti per la pittura, e Antonio Placella per la fotografia.
Un focus sull’autrice
Come è nata l’dea del secondo libro?
Come la prima in realtà, tutto per caso. Quando mi metto lì per scelta, a cercare di scrivere qualcosa, non sono mai soddisfatta, mi blocco. Invece, quando arriva il flash e vedo tutta la storia davanti ai miei occhi, allora inizio a scrivere. Anche stavolta ho visto tutta la storia in modo molto veloce e da lì ho sviluppato tutti i punti. In questi casi ho ben chiaro inizio e fine e ci lavoro su.
È stato più facile scrivere il primo o il secondo?
È stato più facile scrivere il primo perché non avevo esperienza o vincoli tecnici da rispettare, infatti ho lavorato solo sulla storia. Con il secondo avevo delle responsabilità in più, dovevo far vedere a chi già aveva letto il primo che c’era stata una crescita. E poi, in un anno e mezzo ho fatto parecchia esperienza, conosciuto tanti autori, editori e gente di settore, mi sono confrontata e ho capito che avrei dovuto lavorare molto di più sulla tecnica.
Avevo la storia ben chiara ma dietro c’è stato un lavoro molto più tecnico e di squadra. È stato un viaggio diverso.
Da cosa prende ispirazione per scrivere? Ha un luogo o rituale da seguire?
In realtà l’ispirazione della storia parte da sé, non so come nasce di preciso, viene e basta. Però ho dei rituali che seguo: un segreto è che uso sempre la stessa figura maschile, anche se cambio nome e connotati, fondamentalmente il volto che uso è sempre quello. E poi l’ambientazione è sempre l’Inghilterra, mai l’Italia.
C’è un motivo dietro a queste scelte?
In realtà no, è un amore che ho per l’Inghilterra, la vedo molto poetica e adatta ai romanzi. Per il volto invece, ormai sono abituata e riesco a muoverlo bene, quasi come una marionetta. Ne conosco i connotati e i movimenti, e questo mi aiuta, anche per far muovere gli altri personaggi.
C’è un messaggio dietro il secondo libro?
Il secondo libro in realtà è pieno di messaggi, considerazioni, introspezioni, le cosiddette “frasi da sottolineare”, che uscivano da sole perché nel secondo romanzo ci sono 4/5 personaggi che parlano secondo il loro punto di vista, il proprio vissuto e il proprio carattere, vivendo la stessa storia in modo diverso.
Comunque, i temi che ho toccato sono: amicizia, amore, rispetto delle scelte degli altri, ossessione, fedeltà…sono tanti temi e questo libro potrebbe interessare tante persone diverse.
C’è un autore che ammira di più o che segue come modello?
Io ho iniziato a scrivere per gioco dopo aver letto libri della Rowling e Meyer. Sono autrici moderne, e di loro ho apprezzato il fatto che hanno saputo creare dei mondi nelle loro storie con tantissimi personaggi diversi, cosa che ho utilizzato come spunto per muovere tanta gente e dare modo ai lettori di affezionarsi.
C’è un consiglio che vuole dare a chi vuole avvicinarsi al mondo della scrittura?
Di non aver paura di provare, non buttarsi subito giù al primo rifiuto. Cercare di condividere questa cosa con persone che hanno la stessa passione e soprattutto cercare qualcuno con più esperienza. Confrontarsi e collaborare può aiutare molto.
Quando si crea qualcosa, soprattutto se si è insicuri, è difficile condividere perché è qualcosa di intimo. Si ha paura del pensiero altrui ed è una paura lecita, però bisogna buttare fuori quanto creato, che magari tocca il cuore di chi lo vede o lo legge.
Com’è stato il suo percorso?
Io scrivo da che ho ricordo, però quanto detto prima è tutta esperienza personale. Fino ai 35 anni non ho mai avuto il coraggio di far leggere nulla a nessuno perché era troppo poco, non ero all’altezza… poi alla fine ho detto “proviamo!”.
Per fortuna due editori hanno apprezzato quello che ho scritto. Però a distanza di due anni, riconosco che il primo romanzo non era proprio maturo. Ma alla fine, se qualcuno ha deciso di voler investire sul mio primo libro, vuol dire che qualcosa di buono c’era.
Da lì poi è stato un continuo crescere, confrontarmi con altri e questo mi ha aiutato tantissimo: infatti continuerò a confrontarmi, a studiare, ad avere intorno collaboratori, una vera e propria squadra dietro l’autore, che sappiano consigliarmi in modo giusto”. (di Camilla Nonni)