Era stato un anno e mezzo d’inferno, un anno e mezzo di angherie, soprusi, botte e abusi sessuali.
Per questo ieri, lunedì 19 giugno, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado a 8 anni di carcere per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e violenza sessuale nei confronti della convivente Petre Adrian T., romeno di 30 anni.
Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Camilla Amedoro e Giovanni Petroni – ha condiviso la tesi della Procura di Tivoli e condannato l’imputato anche alle pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, all’interdizione legale e all’interdizione dalla tutela e dalla curatela per tutta la durata della pena, oltre che al pagamento delle spese processuali e di quelle per il mantenimento in carcere.
Secondo la ricostruzione dei magistrati la vicenda si consumò tra ottobre del 2020 e il 10 febbraio 2022 in un appartamento di Morlupo, dove Petre Adrian T. conviveva con una connazionale di 32 anni, mamma di una bambina, costituitasi parte civile nel processo.
In aula è emerso che l’uomo sottoponeva la donna a vessazioni fisiche e psicologiche, ad aggressioni e percosse anche alla presenza della minore, costringendola ad avere rapporti sessuali con lui e a prostituirsi.
Il Tribunale ha inoltre condannato il trentenne romeno al risarcimento danni a favore della vittima e al pagamento di una provvisionale di 10 mila euro.