TIVOLI - Violenta la figlioletta della compagna, niente processo: è irreperibile

Il 65enne italiano ha fatto perdere le sue tracce, la mamma della bimba assolta per prescrizione

E’ una di quelle storie che fanno accapponare la pelle.

Quattro bambini vivono in una casa di pochi metri quadrati, a Tivoli, tra gatti, cani ed escrementi animali.

La mamma non si prende cura di loro.

Il compagno della donna, invece, sfoga le sue pulsioni sessuali sulla figlia più piccola della convivente, una bambina di soli 5 anni.

E’ lo scenario di una vicenda giudiziaria dalla quale la coppia è uscita indenne.

La donna assolta per prescrizione.

L’uomo, il presunto orco, non processabile perché mai rintracciato dalla Giustizia nonostante la Polizia lo abbia cercato per anni tra la Capitale e il litorale romano, dove aveva le sue ultime residenze prima di svanire nel nulla.

Per questo Marco C., italiano di 65 anni, ex militare dell’Esercito, non può essere processato nonostante sia accusato di un reato così grave come gli abusi su una bambina di 5 anni.

Lo ha stabilito mercoledì 28 giugno il Tribunale di Tivoli con una sentenza di non luogo a procedere per mancata conoscenza del procedimento penale da parte dell’uomo, imputato per violenza sessuale aggravata su una minore di 10 anni.

Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Sergio Umbriano e Matteo Petrolati – ha accolto la richiesta della Procura basata sull’articolo 420 Quater del Codice di procedura penale che prevede una sentenza di non luogo a procedere in caso di irreperibilità dell’imputato, oltre alla sospensione del corso della prescrizione sino al momento in cui l’imputato sarà rintracciato, in ogni caso entro un termine non superiore al doppio dei termini di prescrizione di cui all’articolo 157.

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Marco C. è accusato di alcuni fatti risalenti al periodo compreso tra il 2009 e l’aprile del 2010, quando l’uomo abitava a Tivoli ed era legato sentimentalmente ad una 56enne italiana, mamma di 4 figli, anche lei imputata davanti al Tribunale di Tivoli per maltrattamenti.

La vicenda emerse nel 2010, quando i vicini segnalarono le condizioni di vita dei 4 ragazzini, oggi adulti di età compresa tra i 28 e i 19 anni.

A quel punto, intervennero i Servizi sociali del Comune di Tivoli e la Polizia che portarono via i bambini dalla casa degli orrori per una vita migliore.

Secondo la ricostruzione dei magistrati la donna avrebbe lasciato i 4 figli minori in totale stato d’abbandono dal 2008 al 5 luglio 2010, quando i bambini le vennero tolti dall’Autorità giudiziaria.

Stando agli accertamenti degli inquirenti, la mamma avrebbe omesso di occuparsi di loro, lasciandoli spesso in strada da soli e liberi di muoversi senza una guida o un controllo.

Addirittura i ragazzini sarebbe stati lasciati da soli anche di notte e spesso la donna non si sarebbe preoccupata neppure di farli mangiare, senza contare che alle due bambine più piccole – che a quell’epoca avevano rispettivamente 5 e 9 anni – non faceva frequentare neanche le scuole dell’obbligo.

Una storia di degrado e dolore in cui si inserì Marco C., militare dell’Esercito, separato, a sua volta genitore, compagno della donna per circa un anno tra il 2009 e l’aprile 2010.

Secondo l’ipotesi accusatoria della Procura di Tivoli, l’uomo avrebbe sfogato le sue pulsioni sessuali sulla figlia più piccola della compagna, una bambina che all’epoca aveva appena 5 anni, costringendo la minore a subire atti sessuali con atti repentini e subdoli.

Sulla base dei racconti della ragazzina, i magistrati hanno accertato che in varie occasioni Marco C. palpeggiò la piccola nelle parti intime costringendola a fare altrettanto, fino a tentare un rapporto completo.

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Orrori che la bambina, una volta messa in salvo, nel 2011 raccontò agli inquirenti. Anni di indagini in un periodo storico in cui nei confronti della violenza di genere e sui minori la magistratura non aveva la stessa sensibilità attuale.

Fatto sta che nel 2016 Marco C. e la sua compagna 56enne italiana furono rinviati a giudizio, lui per violenza sessuale aggravata, lei per maltrattamenti in famiglia.

La vittima, oggi 19enne, e la sorella maggiore, oggi 23enne, si sono costituite parte civile nel processo contro l’orco e contro la madre attraverso l’avvocato Debora Soria.

Ma all’apertura del dibattimento a Marco C. non è stato notificato l’avviso e il processo è iniziato in contumacia.

Le forze dell’ordine hanno continuato a cercare Marco C. dal Celio al quartiere Appio di Roma, da Ardea fino ad Anzio e Nettuno, senza mai rintracciarlo per notificargli gli atti.

E’ andata avanti così per quasi sette anni anni con l’ordine semestrale di ricerche da parte del Tribunale di Tivoli. Almeno fino a mercoledì scorso, quando il Collegio ha chiuso il fascicolo con sentenza di non luogo a procedere per irreperibilità.

Tuttavia i giudici hanno disposto la prosecuzione delle ricerche fino al 29 gennaio 2030, superata quella data il reato sarà prescritto.

Anche la mamma della bambina abusata l’ha fatta franca: il 27 ottobre 2021 il Tribunale di Tivoli ha emesso nei suoi confronti una sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione del reato di maltrattamenti.

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