“Voi siete fortunati. Potete recarvi dove desiderate.
I due protagonisti del film, inseguono un sogno. Come tutti gli adolescenti. Viaggiare e conoscere l’Europa. Alcuni emigrano per aiutare le famiglie, non tutti sono costretti a lasciare il proprio Paese per problemi di guerra o carestie o condizioni climatiche proibitive.
Quello che ho voluto raccontare è che mentre noi siamo qui ci sono dei profittatori che uccidono e torturano per soldi coloro che vogliono pacificamente emigrare.
Che i veri sfruttatori rimangono lì, sul continente africano. Il povero ragazzo costretto dalle necessità a guidare una barca a motore che è una carretta, qui è Seydou, non è altri che un povero ricattato.
Non è uno scafista.
Mi sono ispirato a fatti veri. Purtroppo oggi vengono arrestati. Non solo loro i mercanti di vite”.
Il regista Matteo Garrone parla agli studenti affiancato dal preside Eusebio Ciccotti
Stamane, lunedì 9 ottobre, al multisala “The Space” davanti a duemila studenti del polo Majorana Pisano” di Guidonia il regista Matteo Garrone ha spiegato come è nato “Io capitano” (2023), film vincitore del Leone d’argento al Festival del Cinema di Venezia per la regia, e premio Marcello Mastroianni al giovane Seydou Sarr.
“Un film che sta riscuotendo molta attenzione in tante città d’Italia – ha spiegato il regista ai liceali guidoniani – Soprattutto tra i giovani.
Sono stato in diverse scuole sempre ben accolto. Ma duemila studenti tutti insieme non li avevo ancora visti! Grazie ai docenti e alla scuola per aver organizzato questa matinée.
Mi dicono che lo fate ogni mese. I miei complimenti.
La prossima settimana sarò a Palermo dove incontrerò diversi studenti, docenti e presidi. Ci sarà il Ministro del MIM, Giuseppe Valditara. Proporrò di inserire la materia cinema nelle scuole”.
Il regista Matteo Garrone posa per una foto col preside e i liceali del Polo “Majorana-Pisano”
“È ricorso all’aiuto di uno psicologo sul set, per le scene più dure e difficili?”, chiede una ragazza.
“Non ce n’è stato bisogno. Ogni scena era preparata e decisa con la troupe. Attori e troupe dietro ai monitor seguivano la storia che si faceva da sola, in un certo senso; gli attori non sapevano dello script in maniera dettagliata e così contribuivano indirettamente alla realizzazione.
Posso dire che coloro che sono giunti in Italia attraversando deserti, violenze e detenzioni, mi hanno riferito che quello che il film mostra è poco in confronto a ciò che hanno subìto, per tacere dei morti lungo questa “Odissea”, che il film, comunque, mostra con rispetto.
Noi autori lo sapevamo dalle ricerche e testimonianze che abbiamo raccolto, in più anni di ricerca.
Ma lo spirito del film era quello di un finale ottimista e, durante la narrazione, si è voluto evitare di drammatizzare eccessivamente”.
“Le faccio i miei complimenti – interviene un ragazzo – per aver raccontato una storia con equilibrio e profonda commozione. Come ha trovato questi due bravi attori?”.
“Attraverso il casting in Senegal – ha risposto Matteo Garrone – Entrambi studiavano recitazione in una scuola locale di teatro. Sono Mustapha Sawagodo e Seydou Sarr, nella finzione, Sydou e Moussa, due cugini.
Debbo dire che sono stati all’altezza. Un giorno farò un film dedicato anche a voi giovani”.
Il regista Matteo Garrone insieme al preside Eusebio Ciccotti
Dopo la proiezione il regista Matteo Garrone, su invito del preside Eusebio Ciccotti, ha visitato la sede centrale del Polo Liceale e Tecnico, intrattenendosi con docenti e personale per circa un’ora. Si è complimentato per la sala cinema “Mario Verdone”, per il cine-arena e, soprattutto, “come ex giocatore” per il campo di calcio a cinque, notando “che lo sport a scuola è centrale”.
Ha anche accettato di disputare prossimamente una partita con i ragazzi, giocando con la squadra dei prof.