Olio, ora dovrebbe costare di meno

La Borsa merci telematica italiana rende noto che c’è un rientro dei valori di scambio dell’extravergine

Tra ottobre 2022 e ottobre 2023 l’aumento del costo dell’olio è arrivato a un più 62,5%. È quindi più di un anno che l’olio campeggia tra i generi alimentari, ai primi posti per il rialzo dei costi. Aumento che poi genera altri aumenti nel settore alimentare. Ebbene, questa tendenza al rialzo si è fermata. Ottobre è il primo mese in cui si attesta l’abbassamento dei prezzi per l’olio extravergine nazionale.

Ma la data fatidica è quella di giugno 2022. Qui è iniziato il rientro nei valori di scambio. La Borsa merci telematica italiana che ha dato la cifra del cambiamento di tendenza indica anche i dati del genere merceologico al dettaglio. C’è una diminuzione del 2,4% per l’olio extravergine di oliva con acidità max 0,8%. Sempre in diminuzione, ma dell’ 1,3%, invece l’olio extravergine di oliva con acidità max 0,6%. Meno 7,1% per l’olio di oliva lampante. Aumenta invece dell’1,2% l’olio di sansa di oliva raffinato.

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Sempre la Borsa merci telematica italiana rileva un rallentamento del mercato. Ed è per questo forse che i prezzi sono scesi sotto i nove euro a chilo. La tendenza al calo dei prezzi è continuata fino a novembre coi prezzi scesi anche sotto 8 euro a chilo. Pare che nelle ultime settimane questa tendenza si sia fermata. Si è trovato un equilibrio coi prezzi sulla soglia di 9 euro a chilo.

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