MONTEROTONDO - Liceo “Catullo”, gli studenti protestano ancora. Stavolta in cortile

Dopo il Far West di venerdì, nuovo sit-in dei liceali per co-gestione, viaggi d'istruzione e distributori di snack

Continua la protesta degli studenti del Liceo Classico “Gaio Valerio Catullo” di via Tirso a Monterotondo.

Studenti si recano a scuola in via Tirso, a Monterotondo, presso il Liceo Classico Catullo

Dopo il Far West di venerdì scorso 26 gennaio, stamane – lunedì 29 gennaio – i Rappresentanti d’Istituto hanno organizzato un nuovo sit-in su base volontaria nel cortile della scuola denominato piazzale Europa, al quale avrebbe preso parte circa il 50 per cento degli studenti.

 

“Il motivo della nostra protesta è innanzitutto la mancata approvazione della Settimana di Didattica Alternativa da parte del Collegio Docenti”, spiegano al quotidiano on line della Città del Nordest Tiburno.Tv i Rappresentanti.

“Tale protesta – continuano i Rappresentanti degli Studenti – è anche da ricondurre ad una serie di nostri disagi, a cominciare dall’assenza di un bar e dei distributori di snack e bevande, rimossi in quanto danneggiati ad ottobre 2023 a seguito di un’incursione notturna a scopo vandalico-predatoria.

La nostra protesta riguarda anche il Nuovo Codice degli appalti (DLGS36/2023) che equipara ogni ente della pubblica amministrazione nelle gare d’appalto, inficiando perfino i viaggi d’istruzione.

Il tetto massimo di 140000 Euro stabilito dal decreto, se viene superato, obbliga la scuola a trovare una stazione appaltante, che stiamo cercando da mesi, con il rischio di non trovarla.

Fatto sta per quest’anno potremmo dover rinunciare ai viaggi d’istruzione”.

Giuseppina Frappetta, preside del Liceo Classico “Catullo” di Monterotondo

Vale la pena ricordare che l’agitazione degli studenti del Liceo Classico “Catullo” di Monterotondo è iniziata venerdì mattina 26 gennaio con una manifestazione in via Tirso, la strada senza uscita in cui ha sede l’Istituto superiore diretto dalla preside Giuseppina Frappetta.

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Scena da Far West venerdì 26 gennaio: una residente ha sparato sugli studenti con una pistola ad aria compressa

Verso le 8,30, mentre i liceali manifestavano davanti ai cancelli chiusi dell’istituto superiore con cori, striscioni, fumogeno e qualche petardo, una donna italiana di 60 anni ha impugnato una pistola ad aria compressa in libera vendita e dal balcone ha sparato sulla folla alcuni colpi (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Due i ragazzi feriti.

Secondo il racconto dei Rappresentanti degli Studenti, a sparare con un fucile ad aria compressa sarebbe stato il figlio della donna scesa tra i ragazzi con l’arma in pugno per manifestare il disagio patito dall’eccessivo rumore causato dal via vai, dagli assembramenti e dall’intralcio al traffico.

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Davanti ai carabinieri della Compagnia di Monterotondo e agli agenti della Polizia Locale eretina la 60enne ha giustificato il suo gesto come un atto dimostrativo per spaventare i liceali.

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