La notizia è arrivata attraverso una circolare inviata ai titolari delle attività commerciali.
In occasione del primo maggio il Centro commerciale “Euroma 2” resterà aperto in barba alla Festa dei Lavoratori, diversamente a quanto accaduto negli anni scorsi.
Per questo è scattata subito la protesta dei dipendenti che hanno promosso una raccolta firme per chiedere la chiusura nel giorno di festa nazionale.
A firmarla sono stati i circa 500 lavoratori degli oltre 200 negozi, tra cui numerosi marchi internazionali prestigiosi, 30 caffetterie e ristoranti.
Giovedì 11 aprile la petizione è stata lanciata anche on line – CLICCA PER FIRMARE LA PETIZIONE – da Matteo I., uno dei lavoratori.
“Sono un lavoratore del c.c Euroma2 e come tutti gli altri ho diritto a godere delle mie giornate di festa – scrive Matteo – Il primo maggio è la festa dei lavoratori, una giornata in cui dovremmo avere il diritto di riposarci e celebrare i nostri sforzi. Tuttavia, il c.c Euroma2 rimane aperto, privandoci di questo diritto fondamentale.
In Italia ci sono circa 3 milioni di persone che lavorano nel settore del commercio al dettaglio (Istat).
Molti di noi non riescono a godere pienamente delle loro giornate festive a causa dell’apertura continua dei centri commerciali. Questo non solo influisce sulla nostra qualità della vita, ma anche sulla nostra salute mentale.
Chiediamo quindi al management del c.c Euroma2 e alle autorità competenti di rispettare i nostri diritti come lavoratori e cittadini chiudendo il centro commerciale durante la Festa dei Lavoratori.
Firmate questa petizione per sostenere i diritti dei lavoratori del c.c Euroma2 e per garantire che possano godersi le loro meritate pause durante le feste nazionali”.
Non si è fatta attendere la risposta della direzione del Centro commerciale “Euroma 2”:
“Le richieste inerenti a scelte gestionali quali gli orari di apertura o di chiusura devono essere inoltrate a mezzo pec da soggetti aventi diritto, ossia dalle aziende titolari dei contratti di affitto”.
Secondo il Corriere della Sera, i titolari rischierebbero multe salate o addirittura la rescissione del contratto, nel caso in cui non rispettino la decisione finale. Non possono insomma decidere autonomamente se il Primo Maggio lasciare le serrande abbassate o alzarle.