TIVOLI - “A scuola di Legalità”, alunni in visita all’auto di Giovanni Falcone

Il progetto di Educazione Civica dell’Istituto comprensivo “Tivoli V”. Intervista alla preside Francesca Pisani

Si intitola “A Scuola di Legalità”, è un focus di un progetto molto più ampio incentrato sull’importanza dell’Educazione civica in classe. A promuoverlo è Francesca Pisani, 48 anni, Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Statale Tivoli V, a Bagni di Tivoli.

Francesca Pisani, Dirigente dell’Istituto Comprensivo Tivoli V di Bagni di Tivoli

Il progetto culminerà i prossimi 3 e 6 giugno con la visita degli alunni delle quarte e quinte elementari e di tutte le sezioni medie presso la Scuola di Formazione della Polizia Penitenziaria di Roma dove è custodita la Croma bianca a bordo della quale nel 1992 fu ucciso il giudice Giovanni Falcone nella strage di Capaci.

La Fiat Croma sulla quale viaggiava il giudice Giovanni Falcone vittima dell’attentato di Capaci nel 1992

Una Laurea in Scienze dell’educazione, una seconda in Scienze della formazione primaria, un Master sull’autismo, vari corsi di formazione professionale e di aggiornamento, per circa dieci anni Docente di sostegno nella Scuola primaria, fin dal suo arrivo a Bagni, la preside Francesca Pisani ha voluto fortemente sostenere l’insegnamento dell’educazione civica all’interno delle sue classi.

Un’altra immagine della preside Francesca Pisani

Come nasce questo progetto?

Nel corso dell’anno scolastico 2023-2024 ci siamo molto impegnati per garantire un insegnamento “trasversale” di educazione civica”, valorizzando la didattica per competenze.

La tematica che abbiamo voluto affrontare è stata “RICONOSCERE LA PROPRIA IDENTITA’ NEL RISPETTO DI SÉ STESSI, DEGLI ALTRI, DELL’AMBIENTE, DEL TERRITORIO E DELLA LEGALITA’” in cui venivano trattati temi come l’educazione alla cittadinanza digitale, lo sviluppo ecosostenibile, la tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale e la formazione in materia di protezione civile.

Proprio in questo focus si è inserito il progetto scolastico denominato “A Scuole di Legalità”, ideato dalla Dottoressa Cristina Fabiani, Docente di Lettere molto attenta alle tematiche della legalità e della cittadinanza, all’interno del quale, grazie al suo instancabile impegno, alla dedizione per la sua professione e alla fondamentale collaborazione del Nucleo Investigativo Centrale (NIC) di Polizia Penitenziaria, sono stati affrontati temi come la storia delle mafie, l’impatto sociale delle criminalità organizzate e l’importanza della cultura della legalità nel nostro Paese.

L’obiettivo di questo unico grande progetto?

Volevamo che in ogni studente “sbocciasse” il rispetto della comunità in cui vive, lo spirito civico e la capacità di includere la diversità, attraverso un dialogo aperto costante e diretto tra i vari “livelli” di scuola proprio basato sul principio di “verticalizzazione” del curriculum d’istituto.

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L’insegnamento, difatti, è offerto dalla Scuola dell’Infanzia fino alla Scuola Secondaria di primo grado.

Ovviamente ogni livello di istruzione garantisce una comprensione e una trattazione degli argomenti secondo il loro grado di complessità.

Quale metodologia avete utilizzato per trattare gli argomenti in classe?

La nostra è stata una metodologia di tipo “laboratoriale”. Una partecipazione attiva degli alunni con l’utilizzo di una pluralità di strumenti espressivi diversi, dibattiti, strategie ludiche e forme di autovalutazione. Un impegno costante del nostro validissimo personale docente, con lezioni di volta in volta “plasmate” sulle necessità di ogni singolo studente.

Tutto ciò attuato con la collaborazione sentita di Gianni Capparella, Assistente Capo del Nucleo Investigativo Centrale di Polizia Penitenziaria (NIC) specializzato in materia di criminalità organizzata nazionale ed internazionale e terrorismo, che ha coordinato tre incontri (8 novembre- 22 novembre- 11 dicembre), con linguaggi accessibili a tutte le varie fasce d’età, in cui con serietà e professionalità sono stati affrontati temi così complessi e delicati come la lotta alla criminalità organizzata.

Ultimo passaggio di questo importantissimo progetto, saranno le visite guidate che si terranno il 3 e il 6 giugno, alla Scuola di Formazione della Polizia Penitenziaria di Roma. In quell’occasione i ragazzi visiteranno anche la teca nella quale sono esposti i resti dell’auto in cui viaggiava Giovanni Falcone nell’attentato di Capaci.

Visto gli ottimi risultati ottenuti, sottolineo che questo progetto continuerà anche negli anni successivi, realizzando una vera e propria collaborazione continuata con le forze dell’ordine altrettanto legate alla valorizzazione ed alla sensibilizzazione di queste tematiche così importanti.

Come vorrebbe migliorare ancora di più l’efficienza del suo istituto scolastico?

In primis vorrei riqualificare e potenziare l’estetica dell’edificio. Tanto impegno e tanto lavoro è già stato fatto, infatti abbiamo un plesso in costruzione, ma voglio che venga realizzato ancora di più.

Mi piacerebbe arrivare ad una scuola basata sulle competenze. Vorrei aspirare al modello anglosassone di sistema scolastico. Classi altamente attrezzate e organizzate con la presenza del professore specifico in quella materia e dove sono i ragazzi che verranno educati a muoversi tra le aule dell’istituto, così riusciremmo a garantire una formazione scolastica di tipo “ibrido” con un sempre maggiore uso dei sistemi informatici d’avanguardia; una scuola dove c’è conoscenza e competenza.

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Che tipo di studentessa è stata? Qual è stato il suo percorso scolastico?

Sono sempre stata una studentessa appassionata della “conoscenza”, ho sempre maturato in me l’aspirazione, un giorno, di diventare insegnante.

Per circa dieci anni sono stata Docente di sostegno nella Scuola primaria, motivata dalla possibilità di aiutare ragazzi, con problematiche di vario genere, affinché anche loro potessero “vivere” pienamente ogni aspetto della vita scolastica.

Qual è stata la sua ispirazione?

Sono stata ispirata da mia madre. La sua pazienza nello starmi accanto, nell’aiutarmi a portare a termine i compiti. Quello che poi confermò pienamente la mia passione fu, alle scuole superiori, la visione del film “L’attimo fuggente”, lì ebbi la totale convinzione che quella sarebbe stata la mia “strada”.

Successivamente, il collaborare con docenti e dirigenti scolastici altamente competenti mi “plasmò” rispetto alla tipologia di insegnante che sarei voluta diventare.

Quando ci fu il salto di qualità da Docente a Dirigente scolastico?

La mia prima esperienza da preside fu nel 2017, quando vinsi il concorso in Veneto. Un paese molto distante dalla mia realtà, un approccio didattico completamente diverso.

Un’esperienza eccezionale che mi ha formata e soprattutto “forgiata” a livello professionale. Infine, lo scorso anno sono diventata Dirigente scolastico qui, all’Istituto Comprensivo Statale Tivoli V.

Quali sono le difficoltà più grandi che lei riscontra nel sistema scolastico attuale?

La scuola è un’organizzazione complessa, con una ricca rete di relazioni che si intrattengono con una pluralità di attori diversi, ognuno dei quali è parte indispensabile e fondamentale. Bisogna avere la consapevolezza che quando si guida un istituto è necessario che i vari attori comunichino tra loro e collaborino tutti in armonia con il fine ultimo di garantire il meglio ai ragazzi.

Il suo diktat personale?

Per me è fondamentale ASCOLTARE! Ascolto, osservo, raccolgo continuamente informazioni dal territorio, dai ragazzi, dai docenti.

Cerco di “carpire” le difficoltà e di trovare, insieme al mio collegio partecipativo, la soluzione giusta per risolverle.

(Claudia Santolamazza)

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