TIVOLI – Si sfila il collare, pitbull senza museruola uccide Sansone in via Empolitana

La proprietaria del meticcio denuncia: “Poteva finire anche peggio. Non tutti sanno gestire quei cani”

La responsabilità principale non è del pitbull, perché di cani simili ne conosco tantissimi: purtroppo ci sono persone che non sanno gestirli ed educarli”.

A parlare con la morte nel cuore è Eleonora Properzi, 41enne di Tivoli, proprietaria di Sansone, un meticcio di 13 anni deceduto tragicamente sotto la morsa di un pitbull mentre passeggiava in via Empolitana, una delle strade centrali della Città dell’Arte.

La donna ha denunciato il fatto presso il commissariato della Polizia di Stato di largo Salvo D’Acquisto, ma ha deciso di rendere pubblico il caso attraverso il quotidiano on line della Città del Nordest Tiburno.Tv.

Sansone, il meticcio di 13 anni azzannato e ucciso da un pitbull in via Empolitana a Tivoli

Tutto è accaduto nella mattinata di venerdì scorso 30 agosto.

Verso le ore 10 Eleonora Properzi era appena uscita di casa per recarsi a lavoro in un ristorante di via Empolitana.

Insieme a lei, anche il marito, Domenico Sciarretta, 47 anni, che portava al guinzaglio per la passeggiata mattutina Sansone, il meticcio adottato 13 anni fa per la gioia della loro figlia oggi 23enne e del figlio oggi 16enne.

Giunta all’altezza del civico 116 di via Empolitana, la coppia ha notato un pitbull senza museruola al guinzaglio di un 74enne che dialogava con un’altra persona.

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A quel punto, Eleonora ha proseguito a camminare sul marciapiede, mentre Domenico ha preferito far passare Sansone dietro le auto in sosta sulla carreggiata per tenere lontano il molossoide.

Un’intuizione che purtroppo si è rivelata inutile.

“Davanti a me camminavano due bambini – racconta Eleonora Properzi al quotidiano Tiburno.Tv – e il pitbull ha iniziato ad agitarsi. Il proprietario ha tirato il guinzaglio all’indietro, il cane si è impennato e il collare si è sfilato”.

In pochi istanti il molossoide si è avventato su Sansone azzannandolo al fianco sinistro sotto gli occhi atterriti di Eleonora e Domenico.

“Sono intervenute decine di persone – prosegue il drammatico racconto la proprietaria del meticcio ucciso – per salvare Sansone, ma il pitbull non ha lasciato la presa per interminabili minuti. Il proprietario ha tentato invano di legarli il guinzaglio alla pancia, mentre mio marito glielo ha stretto al collo.

Quando finalmente ha allentato la morsa, purtroppo per Sansone non c’era più nulla da fare.

Una scena allucinante”.

Stando al racconto della 41enne, un passante ha caricato in auto il meticcio agonizzante e ha accompagnato la proprietaria dal veterinario più vicino sempre in via Empolitana.

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“L’ho tenuto tra le braccia fino alla fine – si sfoga ancora Eleonora Properzi – Per noi Sansone era un membro della famiglia. Lo adottammo nelle campagne di Marcellina da un vicino di terreno di mio padre, fu un regalo per nostra figlia all’epoca bambina.

Per la disperazione sabato e domenica siamo usciti tutti di casa alle 7 di mattina e siamo rientrati alle 23: è difficile accettare che il proprio cane esca e non faccia più rientro perché sbranato da un pitbull in strada nel centro della città.

Noi non viviamo più”.

L’ultima considerazione di Eleonora Properzi è proprio sulla gestione dei cani considerati pericolosi.

“Quel pitbull pesava almeno 40 chili – conclude la 41enne – e da come ha reagito supponiamo che sia sempre vissuto in campagna, per cui non era abituato a stare tra la gente.

In tal caso, il proprietario non avrebbe dovuto portarlo senza museruola in centro: per noi è stata una tragedia enorme, ma avrebbe potuto fare danni peggiori sugli esseri umani”.

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