Sex Roulette, la nuova sfida social diffusa tra i giovani

Una 14enne di Roma rimasta incinta dopo aver preso parte alla challenge

I social possono essere un’arma a doppio taglio: alcuni format proposti permettono di apprendere e vivere le reti sociali in modo positivo e costruttivo, soprattutto in una società dove la tecnologia è ormai alla portata di tutti, supportando le attività quotidiane mettendo in collegamento persone che vivono in due emisferi diversi.

Ma se da una parte i social permettono un approccio positivo, dall’altro, nei meandri più oscuri di questo vasto universo teconlogico, o forse no, si nascondono continue minacce, specie per i più piccoli.

È questo il caso della nuova folle e pericolosa challenge che sta spopolando sui social tra i più giovani: la Sex Roulette, che consiste nell’avere rapporti sessuali non protetti con sconosciuti, senza però rimanere incinta, altrimenti si è fuori dal “gioco”.

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La questione è venuta a galla proprio quando un’adolescente di 14 anni di Roma, dopo aver preso parte alla challenge, è rimasta incinta, senza sapere però chi sia il padre.

È stata l’avvocata Marina Condoleo a rendere nota la vicenda, di cui è venuta a conoscenza grazie al progetto Legal Love, a cura dell’associazione Road to green 2020, che ha come obiettivo quello di sensibilizzare i più giovani, a partire dalle scuole secondarie, alla legalità e affettività.

Stando alle parole della giovane, ora fuori dall’Italia insieme alla famiglia, solo i minorenni possono aderire, attraverso un messaggio su Telegram, WhatsApp e anche Tik Tok.

Questa ennesima e pericolosa sfida sui social, che coinvolge ragazzi così giovani, porta a porsi delle domande: bisogna limitare l’uso dei social ai più giovani, imponendo un limite d’età e solo sotto la sorveglianza dei genitori? E questi ultimi che ruolo devono ricoprire in vicende del calibro della Sex Roulette?

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Infine, data la gravità delle conseguenze della nuova challenge, che può portare non solo a gravidanze indesiderate, ma anche a malattie sessualmente trasmissibili, è giusto inserire nelle scuole un corso di educazione sessuale con il fine di educare i giovani e guidarli ad una più corretta e sana esplorazione del proprio corpo e comportamento sessuale?

(Camilla Nonni)

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