TIVOLI - “Io, violentata da due uomini nella vigna”: imputati assolti

Per l’italiano e il romeno la Procura ha chiesto una condanna a 8 anni. Il Tribunale: "Il fatto non sussiste"

La vittima aveva raccontato di essere stata trascinata per i capelli all’interno di una vigna, immobilizzata e violentata a turno da due uomini. Ma dopo 5 anni di processo la storia raccontata dalla donna è risultata inventata.

Per questo ieri, martedì 22 ottobre, il Tribunale di Tivoli ha assolto dall’accusa di violenza sessuale Francesco G., 60enne italiano di San Cesareo, e Dragonir P., romeno 54enne senza fissa dimora.

Il Collegio presieduto da Rosamaria Mesiti – a latere le giudici Teresa Garcea e Giovanna Riccardi – ha assolto i due uomini perché il fatto non sussiste, una formula adottata quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che l’imputato lo abbia commesso o che il fatto costituisca reato.

La Procura di Tivoli aveva invece richiesto per entrambi una condanna a 8 anni di reclusione.

Secondo la ricostruzione dei magistrati, il fatto è accaduto il 13 ottobre 2019 a San Cesareo, Comune a circa 40 chilometri da Tivoli.

LEGGI ANCHE  TIVOLI - Daniele Virgili travolto sulla Tiburtina, denunciato il carabiniere ubriaco

La vittima – una italiana di 45 anni – aveva denunciato ai carabinieri che quella sera Francesco G. e Dragonir P. la trascinarono a forza all’interno di una vigna e violentata a turno senza profilattico, dopo averle strappato gli abiti, spogliata e immobilizzata tenendole ferme le braccia. Infine i due uomini le avrebbe scagliato addosso bottiglie e pietre.

Così Francesco G. fu denunciato a piede libero, mentre Dragonir P. fu arrestato e successivamente rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame.

La 45enne fu ascoltata dal Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Tivoli in sede di incidente probatorio e le sue dichiarazioni ritenute attendibili, per cui iFrancesco G., difeso dall’avvocato Andrea Alessandrini, e Dragonir P., contumace e difeso dall’avvocata Silvia Pusceddu, vennero rinviati a giudizio.

LEGGI ANCHE  MARCELLINA - Lotta alle discariche abusive, stanati altri due "zozzoni"

Durante il processo è emerso che la 45enne è affetta da patologia psichiatrica non diagnosticata e che il tampone vaginale eseguito in ospedale la notte della presunta violenza non rivelò la presenza di liquido seminale maschile né di altri elementi riconducibili al rapporto sessuale.

Inoltre dal referto medico non sarebbero emersi ecchimosi o ferite riconducibili al lancio di bottiglie e pietre e gli abiti sequestrati la stessa notte sono risultati intatti.

In aula davanti al Collegio Francesco G. ha reso dichiarazioni spontanee.

“La conosco da 10 anni – ha detto in sintesi l’imputato – e occasionalmente ho avuto rapporti sessuali con lei, sempre consenzienti e senza violenza alcuna”.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.