TIVOLI – “Sesso a tre col trans e scambi di coppia”, condannato marito violento

Il 57enne italiano riconosciuto colpevole in primo grado

Avrebbe preteso dalla moglie di soddisfare le sue più segrete pulsioni, ma davanti ai rifiuti l’avrebbe picchiata in più di un’occasione.

Per questo ieri, mercoledì 23 ottobre, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale un 57enne italiano residente a Tivoli alla pena di 5 anni di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali.

Il Collegio presieduto da Sergio Umbriano – a latere i giudici Camilla Amedoro e Matteo Petrolati – ha condiviso la tesi della Procura di Tivoli e condannato l’imputato alle pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela o all’amministrazione di sostegno.

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Il 57enne è stato invece assolto per intervenuta prescrizione dalle accuse di lesioni personali aggravate.

Secondo la ricostruzione dei magistrati, i fatti si sarebbero consumati in un appartamento di Tivoli nel periodo compreso tra dicembre 2016 e ottobre 2017.

A denunciare i fatti fu la moglie, una 53enne italiana, che successivamente ritirò la querela contro il marito trascinato comunque a processo in quanto i reati contestati sono procedibili d’ufficio.

Stando alla versione della donna, ritenuta credibile dai magistrati, il coniuge l’avrebbe sottoposta a continue vessazioni, umiliazioni, ingiurie e intimidazioni, tra cui le proposte oscene di “fare sesso a 3 con un trans”, “frequentare locali per scambisti” e “filmare con una web cam i rapporti sessuali”.

Rapporti consumati con violenza e contro la volontà della moglie almeno in tre occasioni tra gennaio e marzo 2017.

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La 53enne, non costituitasi parte civile nel processo, aveva anche riferito di aver subito nello stesso periodo aggressioni fisiche da parte del marito.

In particolare, a marzo 2017 l’uomo le avrebbe sferrato una serie di pugni in testa nel letto durante la notte a seguito dei quali fu medicata in ospedale e dimessa con una prognosi di 15 giorni.

Ad aprile 2017 il coniuge l’avrebbe aggredita addirittura presso lo studio del medico curante dopo averle danneggiato l’autovettura.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

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