GUIDONIA - Gabriele Ubertiello, il piccolo genio del cubo di Rubrik

Donato per il compleanno dai genitori, riesce a risolvere il rompicapo in 50 secondi

Un bambino di 9 anni che nel 2024 gioca col cubo di Rubik, emblema della cultura pop anni ‘70 e ‘80. Ed è anche molto bravo, a giudicare dal fatto che riesce a risolvere il rompicapo in appena 50 secondi.

Si chiama Gabriele Ubertiello, ha 9 anni e frequenta la quarta elementare all’Istituto comprensivo “Don Lorenzo Milani” di Guidonia Centro.

Il piccolo Gabriele durante il “Rubik’s Italian-Championship 2024” tenutosi a Guidonia, la sua città

Venerdì 1, sabato 2 e ieri, domenica 3 novembre, il bambino è stato uno dei partecipanti al “Rubik’s Italian-Championship 2024”, la manifestazione organizzata al Palasport di Guidonia da “Cubing Italy”, l’organizzazione regionale per l’Italia riconosciuta da “World Cube Association”, insieme ad Elisa Gasperotti e Marco Rota, col patrocinio dell’amministrazione comunale (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Un’immagine del “Rubik’s Italian-Championship 2024” tenutosi al Palasport di Guidonia dal primo al 3 novembre

Per Gabriele, unico partecipante residente a Guidonia Montecelio, è stata la prima gara della sua vita da quando ha iniziato ad appassionarsi al puzzle più venduto nella storia contemporanea e ad affinare i metodi per risolverlo.

A infondergli la passione per il “cubing” sono stati papà Graziano, 45 anni, e mamma Maria, 43, genitori di altri due figli gemelli più piccoli, Tommaso e Sara: la coppia, completamente “digiuna” di cubo magico, per il suo settimo compleanno ha infatti donato a Gabriele il gioco rompicapo, oggi considerato dalla massa quasi un “residuato bellico”.

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“Sono un autodidatta – racconta Gabriele – Ho iniziato a guardare i tutorial su Internet e a conoscere gli algoritmi per capire quali tecniche e soluzioni adottare in ogni rompicapo. E con il passare del tempo mi sono appassionato sempre di più”.

Così Gabriele sta potenziando le sue capacità di memoria e di concentrazione ed è diventato non solo un abile risolutore del cubo classico, quello denominato “3X3”, ma nel tempo si sta perfezionando anche con gli altri modelli che colleziona gelosamente nella sua cameretta: dal Megaminx al Pyraminx, dal Skewb al “4X4” e al “2X2”.

Non a caso, a scuola – pur avendo un buon rendimento complessivo – eccelle nelle materie scientifiche e già sogna un futuro da architetto.

Gabriele Ubertiello al Palasport di Guidonia: il bambino ha 9 anni e frequenta la quarta elementare

Cosa ti appassiona del cubo di Rubrik?

“E’ un gioco divertente, mi sento portato alla soluzione dei rompicapo, per questo ne ho anche di forma triangolare, esagonale e a 12 facce”.

Quale è il tuo preferito?

“Il 3X3 classico e il Megaminx”.

E il più difficile da risolvere?

“Per me il più difficile in assoluto resta sempre il cubo classico, anche se riesco a risolverlo in una media di 54 secondi. Ancora ne devo fare di strada, ci sono campioni che riescono anche in 2 secondi”.

Quanto tempo dedichi al cubo durante una giornata?

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“Da quando mi è stato regalato almeno mezz’ora al giorno”.

Per te è un gioco o un passatempo?

“E’ un gioco in cui mi impegno molto. Risolvere questi rompicapi non è solo rilassante, ma anche una sfida positiva per riuscire a realizzare un tempo sempre più basso e per migliorarmi”.

Il cubo è il tuo unico gioco?

“Assolutamente no, lo scorso anno praticavo basket e ora, forse, inizio il nuoto. Poi ci sono i videogiochi ai quali dedico un’ora al giorno”.

Condividi la gioia del cubing con compagni di scuola e amici?

“Non ancora, ma non dispero: il cubo non è così diffuso tra i miei coetanei. Soltanto al Centro Estivo ho conosciuto un’amica con la mia stessa passione che mi ha insegnato a risolvere il 4X4”.

Da giocare in casa a partecipare al Campionato Italiano di cubing è un bel salto.

“Appena ho saputo che la competizione si sarebbe tenuta nella mia città ho chiesto ai miei genitori la possibilità di iscrivermi. Era un’occasione irripetibile.

E’ stata un’esperienza fantastica, mi sono divertito ed emozionato molto.

Durante la gara mi sono concentrato sul cubo senza alcuna paura: mi interessava vincere, ma non tanto quanto partecipare. E’ stata la mia prima volta, ora conto di partecipare ad almeno una competizione all’anno”.

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