Li utilizzavano per facilitarsi il gioco e impallinare gli uccelli ad una distanza ravvicinata, pur essendo vietati dalla legge.
Così domenica 10 novembre a Fiano Romano due cacciatori italiani sono stati beccati in flagranza dai Carabinieri Forestali delle stazioni di Sant’Oreste e Guidonia Montecelio e denunciati per la violazione della legge 157/92 sulla protezione della fauna.: si tratta di un 44enne e di un 60enne di Fara Sabina trovati in possesso di un richiamo acustico elettromagnetico, un apparecchio che emette un suono attrattivo per i volatili.
Il richiamo acustico elettromagnetico emette un suono attrattivo per i volatili: è vietato dalla legge
Secondo le prime informazioni raccolte dal quotidiano on line della Città del Nordest Tiburno.Tv, i militari erano impegnati nell’Operazione “Recall 9”, un servizio di repressione dell’antibracconaggio congiunto con personale della Lipu, Lega Italiana Protezione Uccelli.
I due cacciatori sono stati sorpresi ad impallinare allodole col mezzo illegale, per questo gli sono stati sequestrati due fucili calibro 12 marca Benelli e 31 munizioni, oltre al richiamo acustico.
Il capanno all’interno del quale è stato trovato il cacciatore a Ponzano Romano
Nella stessa giornata i Forestali di Sant’Oreste e Guidonia Montecelio insieme al personale della Lipu hanno esteso l’attività di controllo e contrasto antibracconaggio anche nelle piane di Ponzano Romano, nei pressi del casello autostradale, dove un 50enne di Terni è stato sorpreso all’interno di un capanno mentre cacciava allodole utilizzando 6 richiami vivi: all’interno delle gabbie aveva infatti posizionato sei allodole con gli anellini metallici destinati all’identificazione dei richiami vivi a scopo venatorio contraffatti.
Il fucile sequestrato dai Carabinieri Forestali a Ponzano Romano
Per l’uomo è scattata la denuncia per contraffazione di sigilli e il sequestro del fucile.