GUIDONIA - Speronato dal rom contro un palo sulla Tiburtina: “Fortunato ad essere vivo”

Parla Luca Annucci, il 26enne tamponato dal 16enne su un'auto rubata in fuga dalla Polizia

“Non credo nei miracoli, quanto piuttosto nel destino: se sono vivo è soltanto questione di Fortuna”.

Luca Annucci, il 26enne di Setteville di Guidonia coinvolto in un incidente causa da un rom in fuga dalla Polizia

A parlare così col quotidiano on line Tiburno.Tv è Luca Annucci, il 26enne di Setteville di Guidonia che mercoledì sera 27 novembre è stato speronato sulla Tiburtina e scaraventato contro un palo della luce da S. M. H., il 16enne del campo rom abusivo dell’Albuccione in fuga dalla Polizia alla guida di una Lancia Ypsilon rubata (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

“Sono un po’ ammaccato, ho tanti dolori muscolari”, prova ad ironizzare Luca, che vive con la famiglia a Setteville di Guidonia dall’età di 3 anni, negli ultimi dieci ha fatto tanti lavori e oggi un contratto da facchino.

La Peugeot 107 di Luca è stata speronata contro un lampione dell’illuminazione pubblica in via Tiburtina

Dopo l’incidente avvenuto alle 22,15 di mercoledì al chilometro 16,500 della Tiburtina, il ragazzo è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli in codice giallo: visite e radiografie hanno escluso lesioni interne, per cui Luca è stato dimesso alle 3,30 di ieri, giovedì 28 novembre, con un giorno di prognosi per le contusioni riportate nell’impatto da cui è uscito indenne anche grazie all’uso della cintura di sicurezza.

Superato lo choc, ora Luca deve fare i conti col disagio di essere rimasto a piedi avendo subìto gravi danni la sua Peugeot 107, la sua prima auto acquistata nel 2023 coi risparmi del lavoro.

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La Lancia Ypsilon rubata condotta dal 16enne rom si è ribaltata dopo lo speronamento

Luca, come è andata mercoledì sera?

“Ero stato dalla mia fidanzata e da Roma tornavo verso Setteville, mancavano 100 metri e sarei arrivato a casa mia. Giunto all’intersezione con via Giuseppe Parini, avrei dovuto svoltare a sinistra e fortunatamente non è successo.

La Lancia Ypsilon sorpassava le auto a folle velocità, ma si è trovata davanti un tir che viaggiava nella carreggiata opposta.

Per questo mi ha tamponato nella parte posteriore sinistra facendomi così perdere il controllo. Istintivamente ho controsterzato a destra proprio per non scontrarmi col tir, ma nella manovra sono finito addotto al lampione.

E’ avvenuto tutto in una frazione di secondo”.

Il tuo primo pensiero in quegli attimi?

“Mentre percorrevo la Tiburtina per raggiungere casa, ho visto sorpassare una prima Lancia Ypsilon bianca. Mi sono detto: “Questo è matto”. E per questo motivo ho messo il piede sul freno continuando la marcia.

Subito dopo dallo specchietto retrovisore ho notato due fari avvicinarsi a velocità folle e a non più di 3 metri da me un tir che procedeva in direzione opposta.

Vedendo quei fari puntati ho pensato: “Questo prende in pieno il tir”.

Credo che il cervello abbia elaborato soprattutto come riuscire ad evitare il peggio e ho controsterzato finendo contro il lampione”.

Hai perso conoscenza?

“No, ero concentrato sul palo della luce, l’ho visto piegarsi, ho pregato che non mi crollasse addosso e subito dopo è caduto sul lato sinistro.

Seguendo la traiettoria del lampione sempre sulla mia sinistra ho visto la Lancia Ypsilon farsi gli ultimi metri sottosopra prima di fermarsi”.

La tua auto è distrutta.

“Mi dispiace molto, era una Peugeot 107 del 2010 che avevo comprato lo scorso anno usata coi miei risparmi.

Era la mia prima automobile che sono riuscito ad acquistare da quando nel 2017 ho conseguito la patente”.

E adesso come farai a recarti a lavoro?

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“Vado a piedi, al momento non ho i soldi per comprarne un’altra. Faccio il facchino e non ho una sede fissa di lavoro: magari oggi sono a Tor Vergata e domani mi mandano a Tor Pagnotta, ho orari variabili, spesso dalla mattina alla sera.

Dovrò arrangiarmi con bus e metro”.

Dopo un incidente simile credi di riuscire a rimetterti alla guida?

“Confesso che mentre ero in pronto soccorso per la testa mi sono passati 2 mila pensieri di non riuscire più a guidare. In quei momenti ero sotto choc.

Ora sento di aver superato il trauma e sono convinto di potermi di nuovo mettere al volante, non saprei dire se all’atto pratico sarà altrettanto facile come penso”.

Ti consideri più miracolato o più fortunato?

“Mi ritengo abbastanza fortunato.

Se non avessi reagito d’istinto con la controsterzata probabilmente non sarei qui a parlare con lei. L’auto è distrutta e mi dispiace, ma sono contento per come è andata a finire.

Ai miracoli non credo, credo nel destino: vuol dire che doveva andare così”.

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