MONTEROTONDO - Pizzaiolo egiziano violenta la collega: condannato a 4 anni e mezzo

Ha sorpreso la ventenne italiana nel retrobottega per abusare di lei

Lei era stata assunta da pochi giorni, ma lui le aveva messo fin da subito gli occhi addosso. Così alla prima occasione le ha messo addosso anche le mani.

Per questo ieri, lunedì 10 febbraio, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado per violenza sessuale alla pena di 4 anni e 6 mesi di reclusione Abdel M. M. Z., un 45enne pizzaiolo egiziano residente a Monterotondo.

Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere le giudici Camilla Amedoro e Maria Grazia Patrizi – ha condiviso la ricostruzione della Procura di Tivoli andando anche oltre la richiesta di condanna a 4 anni formulata dal pubblico ministero.

 
 

Secondo la ricostruzione dei magistrati, il fatto è avvenuto il 26 settembre 2018 in una pizzeria di Morlupo, dove da pochi giorni era stata assunta una ragazza italiana che all’epoca aveva 20 anni.

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La vittima ha riferito di essere stata mandata dall’uomo nel retrobottega per effettuare le pulizie del bagno. Una scusa per sorprenderla in un luogo appartato e dare sfogo alle sue pulsioni.

Abdel M. M. Z. avrebbe sorpreso la ventenne alle spalle stringendola con forza a sé e sussurrandole “amore … bella … stella…”. Quindi l’avrebbe costretta a subire atti sessuali, baciandola sul collo e sulle labbra fino a toccarle il seno e il sedere.

Tornata a casa sconvolta, la ventenne si confidò con la famiglia e presentò denuncia ai carabinieri.

Ieri il Tribunale di Tivoli ha condannato Abdel M. M. Z. al pagamento delle spese processuali e alle pene accessorie dell’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e dell’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all’amministrazione di sostegno.

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I giudici hanno inoltre trasmesso alla Procura gli atti relativi al racconto reso durante il processo da un egiziano citato come testimone a difesa dell’imputato: un racconto considerato non veritiero sul quale dovrà fare luce il pubblico ministero.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

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