Costringeva la compagna ad avere rapporti con altri uomini.
E quando restava da solo con la figlioletta ne abusava sessualmente.
Una storia dell’orrore durata anni, fino a quando la piccola ha trovato il coraggio di chiedere aiuto ed è stata liberata dalla Polizia.
Ieri il Tribunale di Tivoli ha emesso una sentenza esemplare
Per questo ieri, lunedì 7 aprile, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado a vent’anni di reclusione A. N., un 60enne imprenditore italiano di Palestrina accusato di maltrattamenti, violenza sessuale aggravata e violenza sessuale di gruppo ai danni della ex compagna e violenza sessuale nei confronti della figlia minorenne.
Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere le giudici Rosamaria Mesiti e Camilla Amedoro – ha condiviso la ricostruzione della Procura andando anche oltre la richiesta di condanna a 19 anni formulata dal pubblico ministero.
Secondo la ricostruzione dei magistrati, i fatti sono avvenuti tra il 2020 e aprile 2023 a Palestrina.
Nella primavera di due anni fa è stata la figlia all’epoca 13enne a raccontare l’inconfessabile ad una compagna di scuola dopo aver seguito una lezione su sesso e violenze.
A quel punto, si attivò la rete di protezione intorno alla ragazzina che fu accompagnata dalla mamma al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli.
I sanitari fecero scattare immediatamente la procedura del Codice Rosso e il caso fu preso in carico dal Pool Antiviolenza del Commissariato di Tivoli all’epoca coordinato dal commissario Davide Sinibaldi.
Durante le indagini emerse uno scenario inquietante.
La bambina raccontò che il padre iniziò ad abusare di lei fin dall’estate del 2021, costringendola a subire rapporti sessuali completi sia nell’abitazione di Palestrina che nella casa in montagna almeno fino al primo aprile 2023.
La ex compagna di A. N. squarciò il velo dietro al quale l’orco si era sempre celato pubblicamente, raccontando che già dal 2008 l’uomo iniziò i maltrattamenti nei suoi confronti, anche in stato di gravidanza, e nei confronti della loro figlia.
Umiliazioni, minacce di morte con coltelli puntati alla gola, aggressioni a suon di schiaffi e tirate di capelli.
In un caso l’uomo avrebbe cosparso la compagna con lo spirito, minacciando di darle fuoco con l’accendino. Per poi colpirla con una tavola di cartongesso sulla schiena, percuotendola con una bottiglia sulla pancia mentre era incinta, gettando vernice addosso anche alla figlia, anche lei quotidianamente maltrattata.
La ex compagna riferì ai poliziotti di essere stata costretta dietro minaccia nel 2020 a compiere e subire violenze sessuali da parte del 60enne.
E non è tutto.
Tra maggio e novembre 2020 A. N. avrebbe costretto la donna a incontrare altri uomini sconosciuti per fare sesso di gruppo mentre lui filmava e si masturbava.
A giugno 2023 l’orco fu arrestato dagli investigatori del Pool Antiviolenza e condotto in carcere a Rebibbia, dove è tuttora detenuto.
Durante la perquisizione disposta dal Procuratore capo di Tivoli Francesco Menditto i poliziotti ritrovarono importanti elementi di riscontro a quanto rivelato da mamma e figlia.
Su tutti, alcuni preservativi nascosti in un orsacchiotto di peluche.
Inoltre un fucile a piombini con il quale in passato l’uomo avrebbe sparato alla gamba del figlio all’epoca dodicenne nato da una precedente relazione, oltre ad emblemi e pubblicazioni richiamanti l’ideologia nazista e del fascismo.
Nel processo di primo grado terminato ieri A. N. è stato riconosciuto colpevole di tutte le accuse, per cui i giudici lo hanno condannato alle pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all’amministrazione di sostegno, nonché all’interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, da ogni ufficio o servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori, oltre che all’interdizione legale durante la pena.
Il Tribunale di Tivoli ha stabilito inoltre la perdita della responsabilità genitoriale, del diritto agli alimenti e l’esclusione dalla successione della figlia vittima delle sue violenze.
Una volta scontata la pena, A. N. sarà sottoposto per tre anni alla libertà vigilata.
Nei confronti dell’uomo verranno inoltre applicate per un anno alcune misure di sicurezza, come la restrizione dei movimenti e della libera circolazione, nonché il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati abitualmente da minori, il divieto di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con i minori.
Il 60enne sarà infine sottoposto all’obbligo di tenere informati gli organi di polizia sulla propria residenza e sui propri spostamenti.
L’uomo è stato inoltre condannato al risarcimento dei danni alla ex compagna in proprio e come genitore della bambina da liquidarsi in un separato giudizio civile oltre all’immediato pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 50 mila euro e alla rifusione di 2.710 euro per le spese di costituzione di parte civile sostenute dalla vittima.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 70 giorni.