Era arrivato a Monterotondo da una settimana, per festeggiare la nascita del secondo nipotino. Ma la festa si è trasformata in tragedia quando Salvatore Ranavolo, 73 anni, è morto dopo 10 ore passate in osservazione all’interno del Pronto soccorso di Monterotondo.
Perché l’ex operaio Fiat di Pomigliano D’Arco sia morto, se per un arresto cardiaco imprevedibile come comunicato dai medici o per quel dolore all’addome che aveva riferito al figlio mentre era già ricoverato, sarà l’autopsia a stabilirlo.
Di certo c’è la volontà del figlio Alberto di conoscere la vera causa del decesso di suo padre, avvenuto il 25 ottobre scorso.
Per questo l’ingegnere di 41anni, già la mattina del 26 ottobre, si era recato alla caserma dei carabinieri di Monterotondo denunciando quello che, secondo lui, è un caso di malasanità.
E la Procura della Repubblica di Tivoli, dopo l’informativa inviata dai militari eretini, ha deciso di muoversi rapidamente per fare piena luce sulla morte del 73enne. Il pubblico ministero Filippo Guerra, a nemmeno 72 ore dal decesso, aveva già aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, notificando ai due medici di pronto soccorso indagati l’avviso di garanzia e l’avvio della procedura per la nomina del consulente tecnico della Procura della Repubblica per effettuare l’incidente probatorio tramite l’autopsia sulla salma, che si è svolta a fine ottobre al Policlinico di Tor Vergata.
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