Una fiaba tiburtina: “li Mazzamorelli” e la famiglia avidissima

Tant’è che, non tanto tempo fa, un distinto signore sulla sessantina è entrato nel negozio e ha chiesto:

       Scusate, ma che ne sapete di quelli?

Voi non lo vedete, ma il signore distinto ha indicato col dito. Ha indicato, per la precisione, un follettino realizzato artigianalmente, un follettino in mezzo a tanti altri follettini come lui, e lui proprio tutti li voleva indicare.

       Sono “li Mazzamorelli”.

Il Mazzamurello (o Mazzamaurello) è una creatura fantastica che appartiene al folklore marchigiano e abruzzese, con un particolare legame con i Monti Sibillini. Ma le leggende, si sa, funzionano come i fiori: il polline vola, e la nuvola di polline che vola di più arriva più lontano delle altre nuvole. Il polline della storia dei Mazzamurelli è arrivata anche a Tivoli e, io questo non lo so, ma magari è arrivata anche a cavallo di più nuvole.

       Sì! Di loro mi parlava mia nonna – ha risposto il signore distinto, giacché mi tocca tornare al mio racconto, e scusate se mi sono concessa una parentesi enciclopedica.

Quel signore avrà avuto modo di imparare tante cose. Probabilmente, una cosa che ha imparato è questa: le storie vanno raccontate; sono assai permalose, se non le racconti, si offendono, e man mano spariscono. E ritrovarle può essere molto difficile. Sicché il signore distinto sulla sessantina ha avuto l’amorevole premura d’amore per tutti di raccontare la storia che gli aveva tramandato la nonna.

La storia fa più o meno così:

Il mondo è perfetto ma gli uomini che lo abitano, invece di rincorrere le strade della loro perfettibilità, la mortificano. Sicché fanno le guerre. Due grandi sono state la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Negli anni tra queste due guerre, “li Mazzamorelli” a Tivoli si facevano vedere spesso. Un racconto in particolare aveva colpito la fantasia dei bambini come alcuni sassolini colpiscono le finestre. Perché era una storia con una morale, ovvero con qualcosa da imparare, e i bambini vogliono sempre imparare, tutti, anche quelli che non lo sanno.

Una famiglia tiburtina pensava solo a diventare una famiglia ricchissima. Se non che, di notte, veniva svegliata dai Mazzamorelli che ballavano e facevano sui loro letti un gran baccano grandissimo. Che non si scrive, ma noi lo scriviamo. Al risveglio, cominciarono a trovare sotto le bottiglie, sotto le pentole, sotto i bicchieri, insomma sotto, biglietti da 100 lire. Questo accadde per diverso tempo e la famiglia divenne davvero ricchissima. Fin lì, sembrava andata di gran lusso a questa famiglia. Se non che, al culmine della loro ricchezza, tutti i componenti scomparvero nel nulla.

Si disse che i Mazzamorelli li avevano presi e portati nel loro mondo, per punire la loro avidità. E l’avidità è tanto brutta non tanto perché ti fa accumulare i beni, ma più perché ti acceca e ti impedisce di condividerli.

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