Vaccinarsi in vacanza, una questione di reciprocità fra regioni

I richiami vaccinali e la voglia di ferie

La ripartenza del turismo in Italia passa attraverso le vaccinazioni

Ma c’è un problema da risolvere,  ora sul tavolo del ministro Massimo Garavaglia e del commissario per l’emergenza. La possibilità o meno di vaccinarsi in vacanza, in una regione cioè diversa da quella di residenza dove è avvenuta la prima somministrazione di preparati anticovid.

La questione non è da poco dovendo conciliare pratiche sanitarie con l’organizzazione delle ferie. Molti italiani stanno infatti rimandando il momento della prenotazione nell’attesa di capire quando potranno contare sull’immunità. L’allungamento dei tempi tra la prima e la seconda dose, per i vaccini che richiedono il richiamo, rischia di sovrapporre la chiusura del percorso vaccinale con i giorni delle ferie, e in particolare con i mesi di luglio e agosto

LEGGI ANCHE  SUBIACO - Movida e sicurezza: arresti, denunce e un’estorsione sventata

A questo punto il ruolo delle Regioni diventa fondamentale. Alcuni enti territoriali fra cui Lazio, Abruzzo, Molise, Liguria, Veneto, Lombardia, Calabria e Puglia premono affinché si decida per l’apertura estiva vaccinale anche ai non residenti, pur riconoscendo le difficoltà logistiche che verrebbero a crearsi. Molto dipenderà dalla disponibilità delle dosi. Ma non solo. L’assessore alla sanità D’Amato già pensa a una policy di «reciprocità vaccinale» tra regioni. «Noi potremmo vaccinare i turisti che vengono a visitare Roma da altre regioni — ha detto — ma gli altri territori dovrebbero fare lo stesso con noi”.

Intanto, proprio nel Lazio, il Tribunale amministrativo regionale ha detto no alla sospensiva presentata da oltre 350 cittadini contro la circolare del ministero della Salute sul prolungamento dell’intervallo fra prima e seconda dose del vaccino Pfizer.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.