Il fascismo, ha fondato diverse città in tutto il Paese ed una di loro era davvero “speciale”. Forlì doveva essere un grande monumento consacrato al Duce dato che doveva mostrarsi moderno, razionale e funzionante. La città doveva stupire con scuole evolute e tecniche, industrie con centinaia di operai, ampli viali, palestre, piscine, edifici pubblici di straordinaria bellezza, come la stazione e Piazzale della Vittoria. Sarebbe dovuto sorgere un tempio che guardava a Predappio, ovviamente, mai realizzato. Per la propaganda Forlì era la “Città del Duce”. L’esito della guerra come noto volta decisamente le spalle a Benito Mussolini. Dopo un vano tentativo di fuga la colonna tedesca, all’interno della quale viaggiava il Duce, decide per non incorrere in uno scontro a fuoco con i partigiani di “cedere” l’ex dittatore agli antinazisti. Cosa succede successivamente è ancora oggetto di dibattito, per gli esperti di storia contemporanea. E’ solo certo che Benito Mussolini da morto finisce a Piazzale Loreto con Claretta Petacci ed alcuni gerarchi. Prima della fine del dittatore a cedere all’avanzata degli Alleati il nove novembre del 1944 è la città di Forlì, caduta che anticipa la decisiva conclusione del fascismo.
FGI