La bambola della vestale

La donna, dopo 30 anni, si rifiuta di uscire generando la stima e l’ammirazione del popolo tiburtino.

Più volte ci siamo occupati della Vestale Cossinia la giovane donna discendente da una nobile famiglia tiburtina destinata al sacerdozio di Vesta, presso il tempio della Dea a Tivoli. La vestale, dopo la sua morte, viene trasportata nel luogo di sepoltura dal popolo dato che era rimasta fedele al culto per oltre sessantasei anni. Secondo la tradizione il corpo della donna giaceva insieme ad una bambola, ricordo della sua innocenza e puerizia. Cossinia entra nella casa di Vesta nella primissima fanciullezza per dedicarsi alla cura e pure alla conservazione del sacro fuoco. Nel 1929 gli archeologi ritrovano il cippo funerario, lungo la riva destra del fiume Aniene, tra la stazione ferroviaria e Villa Gregoriana. Durante gli scavi viene coperto un complesso di tre gradini sempre in travertino, che custodisce i resti di una donna dentro un sarcofago marmoreo.

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FGI

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