GUIDONIA – Buche, il limite di velocità non scagiona il Comune: risarciti due automobilisti

Il Giudice di Pace di Tivoli Carla Rufini dà sempre torto all’Ente anche se il sinistro non è rilevato dalla Polizia Locale: è sufficiente dimostrare il “trabocchetto”, il danno e un testimone attendibile. Il Comune ha sempre l’obbligo della manutenzione, inutile l’obbligo dei 30km/h

Oramai è prassi: il Giudice di Pace di Tivoli accoglie puntualmente ogni citazione a giudizio di malcapitati automobilisti incappati in qualche buca.
Sembra davvero cambiato il vento per il Comune di Guidonia Montecelio, ogni volta condannato a pagare il risarcimento danni ai proprietari delle vetture distrutte nelle voragini stradali, anche se l’incidente non è stato rilevato dalla Polizia Locale. E’ sufficiente dimostrare con delle foto l’esistenza del “trabocchetto” e il danno subito, ma soprattutto essere supportati da un testimone.
Lo dimostra l’ultimo atto di liquidazione datato 25 novembre col quale l’Ufficio Sinistri ha rimborsato 923 euro ad Olga Tanova a fronte di una sentenza pubblicata il 4 agosto scorso dal Giudice di Pace Carla Rufini.
La 33enne, residente a Guidonia Centro e rappresentata dall’avvocato Jacopo Ronga, aveva denunciato di aver forato due pneumatici lato destro e rotto la scatola dello sterzo della sua Citroen C3 a causa di una buca di via Longarina, una strada che attraversa le cave e collega Villanova con via Trento a Villalba e via Roma a Colle Fiorito.
Erano circa le 13,30 del 6 marzo 2018, tre giorni prima che l’ex Comandante della Polizia municipale Marco Alìa istituisse il limite massimo di 30 chilometri orari su tutto il territorio comunale. Fatto sta che Olga Tanova finì nella buca coperta d’acqua piovana che il 27 febbraio – una settimana prima del sinistro – i vigili urbani avevano segnalato al settore Lavori Pubblici chiedendone la messa in sicurezza.
Il Giudice Rufini ha accertato che la buca non era visibile e ha rigettato la tesi del Comune, secondo il quale la donna avrebbe potuto evitare l’insidia se avesse guidato ad una velocità massima di 30 chilometri orari.
A parere del magistrato, l’asserito superamento della velocità non è dimostrato e soprattutto non è sufficiente al Comune per sottrarsi alla responsabilità di aver adottato tutte le misure idonee a prevenire i danni derivanti dal bene.
Stessa linea di principio era già stata adottata dal Giudice di Pace Carla Rufini in una sentenza pubblicata il 4 novembre 2020 per un altro sinistro stradale avvenuto sempre in via della Longarina la sera del 7 ottobre 2018, sette mesi dopo la famosa ordinanza del limite massimo di 30 chilometri orari su tutto il territorio comunale.
In quel caso il Giudice riconobbe un risarcimento di 918 euro e 69 centesimi ad Amjad Abu Salem, 60enne pediatra di Olevano Romano, a fronte della quale l’Ufficio Sinistri ha liquidato 926,93 a titolo di sorte e 495 euro di spese legali.
A parere di Carla Rufini, Amjad Abu Salem ha dimostrato documentalmente il nesso causale tra la situazione del bene in custodia ed il verificarsi del danno, viceversa il Comune non ha fornito la prova che l’incidente si potesse evitare, ma soprattutto non ha dimostrato di aver adempiuto all’obbligo di manutenzione ordinaria della Longarina

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