L’Italia oscilla dal quarto al quinto posto tra i paesi più inguaiati nel mondo per contagio da Covid. Una mannaia alle cerimonie celebrate in contesto europeo sul buon lavoro fatto dal governo, è stato dato dall’avvento di Omicron. L’Agenzia Nazionale Sanitaria per i Servizi nazionali e regionali (Agenas) ha pubblicato i dati sulle ultime settimane di contagio e di decessi e lo stato di allerta c’è tutto.
Al 18% la percentuale di occupazione in terapia intensive dai pazienti siglati come Covid. E ci sono regioni, come il Lazio, che vanno anche al di sopra tanto da avvicinarsi alla zona arancione. Sono infatti al 20% Friuli, Lazio, Marche, Trento, Toscana, Piemonte, Val d’Aosta.
I contagi si contano a 1,2 milioni. L’aumento è del 25%. Ma è anche vero che la crescita rallenta. La scorsa settimana i nuovi casi erano di un milione e diecimila, con incremento del 57%.
IN questo indesiderato primato di contagiati e defunti da Covid vincono gli Stati Uniti che dal 10 e il 16 gennaio hanno totalizzato 4.688.466 nuovi casi. Un dato, per gli States, in assoluta tendenza con la settimana precedente. Segue la Francia (2.012.943, +26%); al terzo posto, l’India (1.594.160, +150%) e dopo l’Italia c’è il Regno Unito, il cui calo del 33% a 813.326 nuove diagnosi è sceso di classifica tra i paesi più aggravati.