L’aveva attirata in casa con la prospettiva di un lavoro, ma in realtà si trattava di un escamotage per abusare di lei. Per questo ieri, mercoledì 16 febbraio, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado per violenza sessuale a 5 anni di reclusione E. P., un 43enne italiano originario di Monterotondo.
Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Elisabetta Mazza e Francesca Fabbrini – ha condiviso l’impianto accusatorio sostenuto in aula dal pubblico ministero Arianna Armanini, uno dei Magistrati del Pool Antiviolenza della Procura di Tivoli, comminando all’imputato – difeso dall’avvocato Carla Perniè di Tivoli – anche le pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, di un risarcimento danni da liquidarsi in separata sede processuale civile e al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 10 mila euro alla vittima, una italiana di 41 anni di Fonte Nuova, oltre alle spese processuali e a 2.700 euro per le spese legali.
La donna si era costituita parte civile nel processo con l’avvocato Ademo Buzzi, anche lui di Fonte Nuova.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri della Tenenza di Guidonia, la violenza sessuale si consumò il 27 aprile 2016 all’interno di un appartamento di Villanova, frazione di Guidonia Montecelio, dove all’epoca E. P. abitava. I giudici hanno accertato che l’uomo invitò la donna nella sua abitazione col pretesto di offrirle un lavoro da addetta alle pulizie, ma all’improvvisò svelò le sue reali intenzioni. Le si avventò addosso per baciarla e palpeggiarla, quindi la trascinò a forza nella camera da letto dove la spogliò e la violentò. Pare che la vittima riuscì tuttavia a divincolarsi e a fuggire dall’appartamento chiedendo aiuto ai carabinieri.