Sembra una storia tratta da una novella erotica del Decameron di Boccaccio e ha per protagonisti un disoccupato e una escort un po’ avanti con l’età, una coppia decisamente male assortita che si conosce l’ultimo giorno dell’anno grazie – o per colpa – di un annuncio di lavoro da badante per assistere una persona anziana.
L’incontro finirà con lei che accusa lui di averla palpeggiata nelle parti intime. E lui che si difende giurando di non averla neppure sfiorata perché non era il suo tipo.
La verità processuale ha dato ragione a lui, un 52enne incensurato di Cineto Romano, che venerdì primo luglio il Tribunale di Tivoli ha assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di violenza sessuale. Il Collegio presieduto da Cristina Mazzuoccolo – a latere i giudici Teresa Garcea e Giovanna Riccardi – ha accolto la tesi dell’avvocato Livio Proietti di Tivoli e ha deciso di scagionare l’imputato perché non si è raggiunta la prova della sua colpevolezza.
La vicenda risale a dicembre del 2017, quando il disoccupato fu ospite di un amico a Cineto, paesino della Valle dell’Aniene a poco più di 20 chilometri da Tivoli. L’uomo – all’epoca 48enne – in cambio dell’ospitalità si offrì per fornire servizi e commissioni a favore di un’anziana zia dell’amico.
Tuttavia, avendo la pensionata bisogno di un’assistenza continuativa, su indicazione dell’amico il disoccupato pubblicò sul sito di “Porta Portese” un annuncio di ricerca badante di lingua italiana alla quale offrire vitto, alloggio e un compenso mensile di 400 euro.
Il 30 dicembre 2017 la prima a rispondere con un messaggio su WhatsApp fu una donna oggi 57enne. Pare che dal tenore dei messaggi il disoccupato abbia subito nutrito dubbi sulla vera identità della presunta badante. La escort aveva a sua volta equivocato la compagnia e l’assistenza per l’anziana con una richiesta di altro genere.
Così al disoccupato fu sufficiente inserire su Google il numero di telefono utilizzato dalla donna per trovare la “sorpresa”: quel prefisso e le sette cifre ricorrevano varie volte in altrettanti annunci hard.
A quel punto, solleticato dall’idea di un Capodanno coi fuochi pirotecnici, l’uomo si propose con delle avance neanche troppo velate inviando messaggi su WhatsApp e la donna rispose con altrettanti messaggi “piccanti” nella convinzione di aver trovato il “pollo da spennare”.
Appuntamento all’indomani pomeriggio, 31 dicembre 2017, alla stazione di Mandela dove la escort sbarcò su un treno proveniente da Roma: alta, capelli biondi, fisico imponente e androgino. Ad accoglierla c’era lui: piccolo di statura, brizzolato, stempiato, sguardo perso nel vuoto, con un’auto vecchia di vent’anni.
Un caffè al bar come primo approccio, sufficiente ad entrambi per capire che non ci sarebbero stati né i fuochi pirotecnici per lui, tantomeno un’occasione di guadagno per lei.
Che fare l’ultimo giorno dell’anno nel posto più sperduto della Valle dell’Aniene?
“Una bella cena con una coppia di amici romeni a Licenza”, la proposta di lui accolta contro voglia da lei. T
Tant’è che nel bel mezzo di una serata noiosa, dopo il cenone di Capodanno e qualche balletto, la escort iniziò a mugugnare.
“Portami a ballare in discoteca”, la richiesta di lei.
“Non ho soldi”, la risposta di lui.
“Allora riaccompagnami a Roma”, l’imperativo della donna.
Dal processo è emerso che il viaggio fu tutt’altro che di piacere. Sia l’imputato che la donna, costituitasi parte civile, hanno raccontato di aver discusso verbalmente mentre l’auto del 52enne percorreva via del Colle a Tivoli e si dirigeva verso via Tiburtina a Villa Adriana.
A sentire lui, il litigio sarebbe proseguito almeno fino alla fermata Cotral di via Tiburtina a Setteville, nel Comune di Guidonia Montecelio, dove il disoccupato fece scendere la escort.
Diversa la versione di lei che una volta scesa telefonò al 113 e fu soccorsa da una volante del Commissariato di Tivoli. Al sottufficiale di turno la notte di Capodanno la donna raccontò di aver subìto una violenza sessuale da parte dell’uomo, in particolare di essere stata toccata nelle parti intime con la mano destra mentre lui guidava con la sinistra.
La sua versione non è mai apparsa molto convincente, neppure in sede di incidente probatorio, a tratti addirittura contraddittoria, eppure la sua accusa bastò per trascinare il 52enne sul banco degli imputati con un’accusa pesantissima. Venerdì la Procura ha infatti richiesto una condanna a 4 anni di reclusione, ma davanti ai giudici il disoccupato è apparso credibile nella sua ricostruzione dei fatti.
“La versione riferita dalla presunta vittima – ha detto l’avvocato Livio Proietti – non è mai stata credibile, anche perché risulta aver sporto altre denunce dello stesso tipo. E’ inverosimile che il mio assistito abbia allungato le mani mentre guidava per riportarla a Roma, proprio durante il litigio, senza che la donna abbia minimamente reagito”.