TIVOLI – Far West davanti al bar, il giudice: “Volevano ammazzare il rivale”

Convalidato l’arresto dei due pregiudicati di Guidonia protagonisti della notte di follia. Il Gip: erano ubriachi, ma sono pericolosi e possono rifarlo

Entrambi avevano alzato parecchio il gomito, tuttavia non è considerata un’attenuante. Il fatto commesso rivela due personalità criminali inclini alla violenza che potrebbero rifarlo.

Così ieri, venerdì 22 luglio, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tivoli Chiara Miraglia ha convalidato l’arresto di F. A. A., 44 anni, pregiudicato italiano originario di Colle Fiorito e trapiantato a Villalba, e di S. O., 50enne pregiudicato di Colle Fiorito, cittadino italiano di origine macedone, protagonisti della notte da Far West all’alba di mercoledì 20 luglio davanti al “Terme Caffè” al civico 321 della Tiburtina, a Tivoli Terme.

Il Gip ha preso atto della meticolosa ricostruzione effettuata dagli investigatori del Commissariato di “Tivoli-Guidonia”, tuttavia non ha potuto sottoporre ad interrogatorio di garanzia gli arrestati, entrambi detenuti in isolamento fiduciario nel carcere di Frosinone a causa dell’emergenza pandemica.

Per cui ieri i due pregiudicati non sono stati tradotti al Tribunale di Tivoli e sarà cura della Direzione del penitenziario ciociaro comunicare al giudice il giorno in cui potrà ascoltare le loro versioni dei fatti.

Su F. A. A. e S. O. pendono le accuse di tentato omicidio nei confronti di O. K., un 34enne pregiudicato di Favale, quartiere alla periferia di Tivoli, oltre che di detenzione illegale di una pistola calibro 7,65 con la quale la vittima è stata lievemente ferita al polpaccio destro, medicata e dimessa dall’ospedale di Tivoli con una prognosi di 20 giorni.

LEGGI ANCHE  TIVOLI - Rapina da 5 euro in sartoria, albanese condannato

Il 44enne F. A. A. deve rispondere anche di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale perché al momento dell’arresto in strada a Villalba ha colpito a calci, pugni e testate un paio di poliziotti mandandoli al pronto soccorso dove sono stati medicati e giudicati guaribili in 5 giorni.

Come se non bastasse, F. A. A. è accusato anche di danneggiamento aggravato della volante e di guida in stato d’ebbrezza, essendo risultato positivo all’alcol con un tasso di quasi due volte superiore al limite previsto dal Codice della Strada.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, alle 3,40 del mattino a premere il grilletto di una 7,65 per 4 volte è stato proprio F. A. A., mentre S. O. guidava uno scooter bordeaux col quale i due uomini sono fuggiti in direzione Tivoli subito dopo la sparatoria.

Una fuga inutile perché dietro di loro avevano seminato una montagna di indizi schiaccianti che hanno permesso ai poliziotti di risalire agli autori e arrestarli.

A cominciare dal cellulare del 50enne, dimenticato in carica al bancone del locale dalle 2 del mattino, ora in cui i due uomini sono entrati per la prima volta al “Terme Caffè” in evidente stato di alterazione psico-fisica, a tal punto da iniziare a discutere animatamente con O. K. e con un altro cliente.

All’interno del telefonino, intestato a S. O., i poliziotti hanno rinvenuto le foto del 50enne e del 44enne, i due uomini descritti da sei testimoni.

Corporatura media, pochi capelli chiari, maglietta chiara, pantaloncini corti jeans, accento straniero, palesemente ubriaco e linguaggio sconnesso” il primo.

LEGGI ANCHE  MARCELLINA - Maltratta la moglie e rompe il naso alla figlia, condannato

Un metro e 90, corporatura robusta, barba nera lunga, t-shirt bianca e pantaloncini corti jeans” il secondo.

Gli investigatori hanno inoltre individuato le due “vecchie conoscenze” attraverso i filmati registrati dalle telecamere di video-sorveglianza interna del locale.

Anche per questo S. O. nella mattinata di mercoledì si è presentato spontaneamente in Commissariato, mentre F. A. A. è tornato sul “luogo del delitto” in sella al suo Aprilia Atlantic.

I poliziotti non hanno faticato a riconoscerlo e ad intimargli l’alt, ma il 44enne si è dato alla fuga dando vita ad un rocambolesco inseguimento per i vicoli di Villalba dove il pregiudicato è riuscito a seminare la volante.

Tuttavia gli agenti sono riusciti ad annotare la targa risultata intestata proprio a F. A. A.

A quel punto è iniziata una caccia all’uomo terminata verso le 13 sempre a Villalba, ma stavolta i poliziotti sono riusciti a bloccarlo in via Sardegna.

Ieri i difensori dei due arrestati, gli avvocati Stefano Saccucci di Tivoli e Tranquillino Sarno di Roma, hanno richiesto gli arresti domiciliari rispettivamente per F. A. A. e per S. O., negati dal Gip.

Secondo il giudice, l’uso della pistola, la successione dei colpi sparati a distanza ravvicinata e almeno parte esplosi ad altezza d’uomo, dimostrano non soltanto l’indole violenta e pericolosa dei due pregiudicati, ma anche il loro intento: volevano ammazzare O. K. per ritorsione o vendetta.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.