Quando la pattuglia le ha intimato l’alt, ha iniziato ad agitarsi manifestando segni di nervosismo che hanno insospettito gli agenti. E’ stato sufficiente rovistare all’interno dell’auto per comprendere le ragioni della sua reazione: mezzo chilo di cocaina.
Così sabato 29 ottobre gli Agenti del Commissariato di “Tivoli-Guidonia” hanno arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente C. C., 40enne pluripregiudicata italiana di Villa Adriana nota alle forze dell’ordine.
Secondo un comunicato stampa diramato dalla Questura di Roma soltanto oggi, lunedì 31 ottobre, l’operazione è scattata verso le 12.30 di sabato a Villa Adriana, periferia di Tivoli, nel corso di uno specifico servizio di controllo del territorio per la prevenzione e la repressione dei reati in genere, con particolare riferimento al traffico delle sostanze stupefacenti.
La volante “Tivoli 1” ha fermato per un controllo un’auto condotta dalla donna che avrebbe fin da subito manifestato una certa impazienza e un particolare stato di nervosismo. A quel punto i poliziotti hanno iniziato a sospettare che la 40enne potesse essere in possesso di armi, munizioni o strumenti di effrazione non legalmente detenuti.
Per questo gli agenti hanno prima perquisito la donna, poi il veicolo all’interno del quale sono stati rivenuti circa 530 grammi di cocaina, un bilancino elettronico di precisione e materiale per la suddivisione in singole dosi.
La droga era suddivisa in più parti, sintomatico del fatto che la donna sia stata beccata proprio mentre andava a consegnarle a più clienti.
Durante la successiva perquisizione domiciliare, eseguita presso l’abitazione sita nello stesso quartiere di Villa Adriana, è stato rinvenuto un ulteriore quantitativo di cocaina pari a grammi 190,45 grammi già suddivisi in singole dosi, oltre a materiale per il taglio e il confezionamento, bilancini di precisione e altra sostanza utilizzare per “allungare” la droga.
Nell’appartamento gli investigatori hanno rinvenuto anche un foglio manoscritto sul quale la donna aveva riportato nominativi e cifre, considerato dai poliziotti una sorta di memorandum delle attività di spaccio con relativa annotazione dei crediti e dei debiti.
Un’ulteriore conferma a testimonianza del fatto di come l’appartamento fosse destinato a centrale dello spaccio di droga nella Valle dell’Aniene.