MARCELLINA - Rifiuti pericolosi sotterrati in cava, sequestrata la “Cim”

Operaio pentito denuncia: indagato l’amministratore della società che gestiva la cava. Il sindaco nominato custode

A vuotare il sacco sarebbe stato un operaio pentito. E le sue rivelazioni hanno trovato riscontro.

Da sotto il terreno la ruspa ha fatto riemergere svariati metri cubi di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, perfino fusti di olio esausto, sostanze tossiche per l’ambiente.

Per questo nei giorni scorsi, su disposizione della Procura di Tivoli, i Carabinieri Forestali della stazione di Guidonia Montecelio hanno sequestrato i 14 ettari dell’ex cava Cim (Calci Idrate Marcellina), in località Cesalunga, nel Comune di Marcellina.

L’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Tivoli è appena iniziata, Asl e Arpa Lazio devono ancora effettuare i rilievi e le analisi sul materiale rinvenuto all’interno del sito estrattivo di proprietà del Comune di Marcellina e chiuso oramai da dieci anni a seguito del fallimento della “Calci Idrate Marcellina Srl”, la società che per 40 anni ha gestito la cava in affitto ed era autorizzata all’estrazione di calcare e alla produzione di intonaci, collanti, vernici e calce idrata.

Secondo le prime informazioni raccolte dal quotidiano della Città del Nordest Tiburno.Tv, a rivelare agli investigatori che nella cava era tombata una discarica abusiva è stato un dipendente della società delegata dal curatore fallimentare incaricato dal Tribunale di Tivoli alla dismissione dei beni della “Calci Idrate Marcellina Srl”, dalla breccia ai macchinari, fino ai 16 silos già venduti e prossimi allo smantellamento.

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Le rivelazioni dell’operaio hanno indotto la Procura di Tivoli a disporre una perquisizione e una ispezione del sottosuolo all’interno del sito che a dicembre 2022 è tornato in possesso dell’amministrazione comunale.

I Carabinieri Forestali delegati hanno setacciato palmo a palmo i 14 ettari di cava con due escavatori messi a disposizione dal Comune di Marcellina che hanno scandagliato i tre livelli del sito di calcare.

Al primo livello, sul terreno circostante lo stabilimento abbandonato, sono stati rinvenuti barattoli di vernici, pneumatici, amianto, guaina catramata, scarti di materiale edile e rifiuti urbani.

Al secondo livello, all’interno del sito estrattivo, i militari hanno rinvenuto sparsi sul terreno cumuli di breccia misti a rifiuti, resti di guaina catramata, ferro, tubazioni e sacchetti della “Cim”.

Scavando a un metro sotto terra, sono riemersi anche sacchi contenenti malta e calce esausta dell’azienda fallita.

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Infine i controlli si sono estesi al terzo livello della cava, dove sul terreno sono stati trovati cumuli di terra e breccia misti a rifiuti, amianto e guaina catramata.

I sondaggi in sette punti diversi hanno dato esito positivo, perché da sotto terra sono riemersi rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, tra amianto, pneumatici e Raee, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, oltre a tre barili vuoti di olii esausti a circa un metro e mezzo dal suolo.

Su disposizione della Procura i Carabinieri Forestali hanno apposto i sigilli all’ex cava e denunciato per discarica abusiva l’amministratore della società incaricata della vendita all’asta dei beni.

Il sindaco di Marcellina Alessandro Lundini è stato nominato custode della ex cava in località Cesalunga.

“Il Comune – spiega il sindaco Lundini – è rientrato in possesso del sito soltanto a dicembre 2022, probabilmente i fatti sono da ascrivere ad un periodo precedente.

L’amministrazione comunale si è messa immediatamente a disposizione dell’Autorità giudiziaria fornendo mezzi e personale dell’Ufficio Tecnico.

Attendiamo rispettosamente l’esito delle indagini in corso da parte della Procura di Tivoli”.

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