“In seguito al tragico evento avvenuto nell’ospedale di Tivoli, purtroppo unico Dea di I livello della ASL ROMA5, nel quale sono deceduti tre pazienti, ne è derivata la soppressione di circa 250 posti letto ospedalieri, cosa che ha provocato anche la sospensione/chiusura dell’unico punto nascita aziendale che era rimasto.
A tutt’oggi, però, non ci risultano convocazioni da parte della Direzione Generale ASL ROMA 5 della Conferenza dei Sindaci sulla sanità per ascoltare e rispondere alle esigenze del territorio, rappresentate dai rispettivi Primi cittadini. Nè siamo riusciti a sapere se se sia stata convocata o si sia tenuta almeno l’Assemblea dei Sindaci dei Comuni sedi di distretti sanitari (Subiaco, Tivoli, Guidonia, Colleferro, Palestrina, Monterotondo) allo scopo di prendere decisioni collegiali urgenti ed emergenziali nei confronti della difficile realtà sociale e sanitaria.
Domanda: è stata convocato o no la Conferenza dei Sindaci? E qualora si fosse tenuta potremmo sapere ufficialmente quali decisioni sono state prese in merito a quanto successo a Tivoli? Ad esempio, la decisione di costituzione di parte civile è stata presa?
Sono i Sindaci a rivestire nel territorio un ruolo prioritario fondamentale per quello che riguarda l’erogazione dei servizi sanitari pubblici e sarebbe stato importante se in questi anni avessero coinvolto anche le Associazioni e i Comitati civici nelle pregresse Conferenze dei Sindaci, affinché si realizzasse l’intento democratico di ascoltare le esigenze reali della cittadinanza e magari cercare di prevenire, insieme, lo sfascio verificatosi da tempo. Nei Comuni con più di 30000 abitanti, come Fonte Nuova, non si riesce ad avere nemmeno il minimo dei servizi dovuti, come un punto prenotazioni o vaccinale in sede.
Purtroppo tale coinvolgimento non è avvenuto e, probabilmente, il risultato di tali comportamenti grava pesantemente non solo sui 500.000 abitanti della ASL ROMA5, ma su tutta la Città metropolitana di Roma Capitale, interessata da questa tragedia sanitaria.
Per questo invitiamo i Sindaci a proporre delle soluzioni, a dare risposte immediate ed incisive, dopo aver sentito anche quello che hanno da dire i cittadini e chi li rappresenta, invitandoci ad un tavolo di confronto per il bene della nostra comunità e per la salute dei cittadini.
Dal 1948 non siamo più sudditi di Sua Maestà ma cittadini della Repubblica, che pagano le sproporzionate tasse, a cui non corrispondono adeguati servizi e prestazioni sanitarie, che mettono in crisi il valore stesso della dignità della persona”.