Dieci anni dalla scomparsa di Roberto Mancini, il sostituto commissario originario di Subiaco morto all’età di 53 anni il 30 aprile del 2014, il primo ad indagare sui rifiuti tossici della Terra dei fuochi, quando ancora questa definizione non era stata coniata.
Oggi, in occasione del decennale dalla scomparsa, il sindaco Domenico Petrini ha omaggiato il poliziotto eroe
Per questo oggi, martedì 30 aprile, il Sindaco di Subiaco Domenico Petrini ha deposto un omaggio floreale presso la Piazzetta intitolata al suo imperituro ricordo, un gesto che vuole rappresentare l’abbraccio dell’Amministrazione e di tutta la Città.
Subiaco, paese d’origine di Roberto Mancini, ha dedicato una piazza al sostituto commissario
“A quel coraggio – ha detto il sindaco Petrini – a quel dovere onorato fino all’ultimo respiro continueremo ad ispirarci, per ricambiare il sacrificio di Roberto in nome di quell’infinito senso di giustizia che lo ha sempre contraddistinto”.
Roberto Mancini è scomparso il 30 aprile 2014 all’età di 53 anni
L’importante attività del sostituto commissario Roberto Mancini svolta insieme ad una squadra di colleghi, iniziò nel 1994, nei territori di Caserta e Napoli, e condusse a significativi risultati investigativi relativi alla tematica dello smaltimento illecito di rifiuti pericolosi.
Fu il primo, 30 anni fa, a investigare sulla Terra dei fuochi, a capire l’intreccio tra camorra, politica e imprese nell’affare dei rifiuti, il primo a individuare la potenza del Clan dei Casalesi.
Ma purtroppo Roberto Mancini rimase inascoltato.
A ucciderlo fu un linfoma non Hodgkin, contratto proprio nel corso delle sue indagini nelle terre avvelenate dai trafficanti di morte. Un tumore purtroppo diffusissimo in quelle terre e che, come scrisse il ministero dell’Interno, era “insorto a seguito delle missioni effettuate tra gli anni 1997 e 2001 nei territori ubicati al confine tra le province di Napoli e Caserta, su incarico ufficiale della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse”.
Dopo i funerali di Stato, il 15 maggio 2014 a Roberto Mancinifu dedicata la medaglia d’oro al valor civile.
“Per essersi prodigato – si legge nella motivazione –, nell’ambito della lotta alle ecomafie, con straordinario senso del dovere ed eccezionale professionalità nell’attività investigativa per l’individuazione, nel territorio campano, di siti inquinati da rifiuti tossici illecitamente smaltiti.
L’abnegazione e l’incessante impegno profuso, per molti anni, nello svolgimento delle indagini, gli causavano una grave patologia che ne determinava prematuramente la morte”.
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