GUIDONIA – “Fermate lo sgombero dei rom”, ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

Il “Centro europeo per i diritti dei rom” e l'Associazione “21 Luglio” vogliono impedire lo smantellamento del campo abusivo dell'Albuccione

Non si ferma la battaglia delle associazioni contro il previsto sgombero del campo rom abusivo dell’Albuccione, quartiere alla periferia di Guidonia Montecelio.
Da giorni nel mirino del “Centro europeo per i diritti dei rom” e dell’Associazione “21 Luglio” ci sono le strategie dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Mauro Lombardo, “reo” – a loro dire – di voler mettere in mezzo alla strada 170 persone, originarie di Yugoslavia, Croazia, Serbia, Bosnia, Macedonia e Kosovo, tra cui 125 minori e 30 bambini di età compresa tra 0 e 6 anni.
L’ultimo atto della battaglia delle associazioni presiedute rispettivamente da Ðorđe Jovanović e da Carlo Stasolla è stata annunciata stamane, venerdì 18 ottobre, sulla pagina Facebook istituzionale dell’Associazione “21 Luglio”: un ricorso urgente – CLICCA E LEGGI IL RICORSO – alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo chiedendo un provvedimento per fermare lo sgombero del campo rom di Albuccione iniziato lo scorso 9 ottobre.
“Sono 170 le persone, tra cui 23 famiglie con bambini, donne incinte e familiari disabili, rischiano di restare per strada, senza una soluzione alternativa adeguata – si legge nel comunicato delle associazioni – Nei giorni che hanno seguito l’incendio dello scorso 12 agosto, nell’intento di offrire un sostegno temporaneo, le autorità locali hanno proposto un contributo una tantum di 500 euro a persona.
Misura che consideriamo insufficiente considerando il costo totale dell’operazione di 28mila euro, cifra che si sarebbe potuta spendere meglio per soluzioni abitative sostenibili piuttosto che per uno sgombero forzato.
Si tratta di una modalità che non rispetta le garanzie procedurali e lede la dignità delle persone e dell’infanzia. Nulla infatti è stato notificato alle famiglie, non c’è stato un congruo preavviso e soprattutto non è stata offerta, come prevede il diritto internazionale, una soluzione alternativa adeguata”.
Già ieri, giovedì 17 ottobre, dopo lo sgombero di 9 famiglie rom dalle case occupate nel complesso immobiliare confiscato alla criminalità organizzata in via Giotto nel quartiere residenziale di Pichini, la strategia del sindaco Lombardo era stata contestata pubblicamente sia dall’Associazione “21 Luglio”, organizzazione non profit che dal 2010 supporta gruppi e individui in condizione di segregazione estrema e di discriminazione tutelandone i diritti e promuovendo il benessere delle bambine e dei bambini, sia dalla “European Roma Rights Centre”, ossia il “Centro europeo per i diritti dei rom”, organizzazione non governativa guidata dai rom, volta a combattere il razzismo antizigano e le violazioni dei diritti umani nei confronti dei rom.

“Il sindaco di Guidonia-Montecelio a Roma, Mauro Lombardo – avevano attaccato le due associazioni – ha avviato lo sgombero forzato di un campo rom informale situato in via Albuccione attraverso un’ordinanza emessa il 14 ottobre 2014.

Lo sgombero, iniziato il 9 ottobre, colpisce direttamente 170 persone, tra cui 23 famiglie.

Tra le persone colpite ci sono gruppi vulnerabili come minori, una donna incinta e una persona con grave disabilità. L’ERRC e l’Associazione 21 luglio hanno condannato questa azione che costituisce una violazione dei diritti umani e dei minori.

Nel tentativo di offrire un sostegno temporaneo, le autorità locali hanno proposto un contributo di 500 euro a persona, che le organizzazioni vedono come una misura insufficiente e di sfruttamento considerando che il costo totale dell’operazione è di 28mila euro, una cifra che avrebbe potuto essere spesa meglio su soluzioni abitative sostenibili piuttosto che su uno sgombero forzato”.

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