TIVOLI – A rischio il servizio domiciliare per malati di Alzheimer: Cgil denuncia

La scelta della Asl Roma 5 coinvolge centinaia di operatori ed assistiti

Il servizio domiciliare per malati di Alzheimer a Roma “è a rischio. Il silenzio dell’amministrazione Rocca e della Asl Roma 5 condanna all’incertezza le lavoratrici, i lavoratori, le persone con Alzheimer e le loro famiglie”.
Lo dichiara in una nota la segretaria generale della Cgil Rieti Roma Est Valle dell’Aniene, Barbara Di Tomassi, insieme a Francesco Frabetti e Nello Crescenzo, rispettivamente segretario generale e responsabile Terzo Settore della Fp Cgil territoriale.
“Sono diversi anni – si legge nel comunicato stampa diffuso oggi, sabato 11 gennaio – che la Asl Roma 5, competente in un’ampissima zona della provincia est della Capitale (dal comune di Monterotondo fino a quello di Colleferro) eroga il servizio di assistenza domiciliare per persone affette dalla malattia di Alzheimer – continua la nota -.
Un servizio fondamentale che garantisce sia cure mirate e preziose per i malati sia serenità alle famiglie e che vede coinvolti un centinaio tra lavoratrici e lavoratori, dipendenti presso la cooperativa Osa.
Sembrerebbe che la volontà, non manifesta ma nei fatti malcelata, dell’amministrazione regionale e della Asl sia quella di ridimensionare il servizio e decentrarlo alle amministrazioni comunali del territorio. Una scelta che peserebbe sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, delle assistite e degli assistiti e su quelle delle famiglie che contano su questo servizio per non vedere i propri cari diventare sempre di più l’ombra di sé stessi.
Le nostre preoccupazioni si basano su una serie di atti che sembrano prospettare un disegno liquidatorio: ritardi nelle valutazioni, difficoltà nel raggiungimento del monte ore contrattuale, sospensione del servizio per diversi pazienti, ritardi nelle valutazioni per lo scorrimento delle liste di attesa.
Timori che non appartengono solo alla Cgil e alla Fp Cgil, ma anche delle opposizioni in Consiglio regionale, come dimostra la recente interrogazione sul tema presentata al presidente della Regione, con delega alla tutela della salute, Francesco Rocca, a firma della consigliera Eleonora Mattia”.
“Il 4 dicembre scorso – aggiungono i sindacalisti nel comunicato stampa – abbiamo presentato una richiesta di incontro ufficiale ai vertici della Asl per chiedere chiarimenti in merito al depotenziamento fattivo del servizio, denunciando la situazione di precarietà che attanaglia il personale e l’utenza.
A oggi ancora non abbiamo ricevuto convocazioni ufficiali o chiarimenti né dalla Asl né dai decisori politici. Sembra che nessuno abbia il coraggio di chiarire questa incresciosa situazione e che la strategia adottata sia quella del silenzio.
È un diritto delle lavoratrici, dei lavoratori, dell’utenza e delle famiglie avere risposte certe e vedersi garantite le migliori condizioni di lavoro e quindi anche di assistenza per i pazienti colpiti da questa patologia che necessitano di interventi adatti alla loro fragilità.
Un diritto che la Cgil è pronta a difendere con ogni mezzo necessario sia nei tavoli di confronto sia in piazza mobilitando le lavoratrici, i lavoratori e le famiglie dei pazienti”, concludono.
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