TIVOLI - “Ho sentito un dolore lacerante e sono svenuta”: parla la vittima del cecchino

Intervista a Nicoletta, la 42enne di Guidonia ferita al centro sportivo: “Mi ha sparato con una pistola: estratto un proiettile di piombo”

“Ho avvertito una forte vibrazione interna al braccio e poi ho visto sanguinare. Sono svenuta per il dolore”.

A parlare così al quotidiano on line Tiburno.Tv è Nicoletta P., 42enne di Pichini di Guidonia, la donna che ieri sera, lunedì 23 giugno, è stata ferita da un proiettile sparato da Vincenzo Cendamo, un 57enne pregiudicato italiano, all’interno dell’impianto sportivo di Rocca Bruna a Villa Adriana, quartiere alla periferia di Tivoli (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Sottoposta a intervento chirugico per la rimozione del proiettile, la 42enne è attualmente ricoverata nella Sala Rossa del pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni Evangelista di Tivoli.

Alle 13 di oggi, martedì 24, parla con fatica a Tiburno.Tv in attesa di ulteriori accertamenti sanitari finalizzati a scongiurare eventuali lesioni dei tessuti molli e vascolo-nervose.

“Ho appena ripreso il telefono ma non riesco a parlare – esordisce Nicoletta, mamma di due figli – sto leggendo qualche messaggio qua e là, la sua è la prima chiamata che prendo”.

Ieri la donna era nel centro sportivo insieme al marito per seguire il loro figlio 14enne impegnato nel 40esimo Memorial Michela Giammarco, il torneo di calcio giovanile riservato ai nati nel 2010, 2011 e 2012, organizzato dalla Associazione di volontariato “Michela Stella Maris” in collaborazione con la “Asd Villa Adriana” che si concluderà il 30 giugno con le finali.

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Alle 20,20 erano appena terminate le partite tra i 2010 del “Guidonia” e della ”Pro Calcio Castel Madama” e tra i 2011 del “Zagarolo” e della “Nova 7”, quando è iniziato l’incubo.

Come sta?

“Non bene. Ho il braccio gonfio, tumefatto, l’ulna rotta, il radio rotto, alcune ossa delle dita rotte. Ieri sera il proiettile è stato estratto, ho fatto diverse Tac con contrasto, sia ieri che oggi, e ho rifatto l’Rx.

Adesso i medici devono decidere come procedere”.

Intende che potrebbe essere sottoposta ad un altro intervento chirurgico?

“Sì”.

Il proiettile estratto era di piombo?

“Sì assolutamente, è di una pistola: se ho capito bene, una calibro 9.

Ma non so dirle bene, perché ho ricevuto informazioni frammentarie e sono ancora sotto choc, alcune cose le ricordo, alcune no…”.

Cosa ricorda?

“Io ho sentito uno sparo. Ho sentito poi improvvisamente dal mio gomito fino alla mano una forte vibrazione interna al mio braccio.

E poi ho visto sanguinare: quindi credo che il proiettile sia entrato e abbia vibrato, ma abbia preso comunque i legamenti, mi abbia preso i vasi sanguigni e le ossa.

A un certo punto sentivo tutto il braccio con un dolore che non so descriverle, mai avuta una cosa del genere: mi vibrava tutto, non sentivo più il braccio, poi da lì sono svenuta e non ricordo più niente, alcune cose me le hanno raccontate”.

Dopo il ferimento ricorda soltanto di essersi risvegliata in ospedale?

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“Sì, infatti ho chiesto come eravamo arrivati perché non lo ricordavo”.

Suo figlio era negli spogliatoi quando lei è stata ferita?

“I ragazzi erano tutti usciti dagli spogliatoi, mi hanno detto. Io non l’ho visto, però lui ha visto me, in quel momento io ero svenuta.

Mi hanno detto che mio figlio era lì, si era preoccupato molto, tanto è vero che poi altri genitori lo hanno portato qui in ospedale.

Solo che non lo potevo vedere perché io sono ricoverata nella Sala Rossa del Pronto soccorso, quindi avendo lui 14 anni non è potuto entrare”.

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