Aniene. Uno scarico di acqua adeguatamente trattata e depurata dall’impianto, naturalmente, ovvero coi parametri come la legge comanda.
Per rimediare all’inconveniente, però, nel mese di luglio è stato installato un tubo che parte dall’impianto di sollevamento e, interrato, raggiunge l’argine dell’Aniene, scende fino alla riva e scarica liquami a cielo aperto.
Lo sa bene la Gima Industria srl di Anagni, vincitrice dell’appalto da 300 mila euro e autrice dei lavori, ma soprattutto ne conosce gli effetti Domenico Fallone, 59 anni, da mezzo secolo residente in un’abitazione a pochi metri dall’impianto, costretto a convivere con una puzza irrespirabile. L’uomo, ex mulettista della Estraba, ha telefonato in redazione per portare alla luce una storia iniziata dieci anni fa e apparentemente infinita.
Era il 20 maggio 2002, quando con la determina 1015 il settore Lavori pubblici affidò alla Gima Industria i lavori di realizzazione del depuratore al Bivio di San Polo avendo offerto un ribasso del 9,66% sull’importo a base di gara, per complessivi 300 mila 500 euro e 47 centesimi netti, stipulando il successivo 22 ottobre il relativo contratto d’appalto.
Fatto sta che tra l’approvazione del progetto esecutivo, avvenuta il 23 marzo 2001, e l’inizio dei lavori sono trascorsi addirittura nove anni e mezzo e si sono avvicendate ben quattro amministrazioni comunali, visto che la consegna è avvenuta il 22 novembre 2010 con Sandro Gallotti sindaco e Franco Poggi assessore ai Lavori pubblici.
Nel frattempo, infatti, il 15 aprile 2008 Palazzo San Bernardino approvò una variante dei lavori redatta dall’Ingegner Paolo Maria De Felice, senza alcun aumento di spesa rispetto a quelli previsti nel progetto esecutivo originario stilato dallo stesso professionista che ha pure diretto i lavori: una variante con tanto di Nulla Osta di Acea-Ato 2 necessaria sia per le esigenze sopraggiunte dalla data di aggiudicazione, sia per dettagliare meglio alcuni aspetti del progetto.
Certo è che nei 150 giorni previsti da contratto, il depuratore al Bivio di San Polo era pronto per essere attivato e gestito dalla stessa Gima Industria, a favore della quale l’Ente ha messo in pagamento le due fatture rispettivamente da 176 mila 659 euro e 65 centesimi e da 104.449,22. I soldi ci sono grazie a un mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti. Il depuratore ancora no.