Anna racconta con orgoglio di far parte della squadra internazionale acconciatori italiani con cui, fino ad oggi, ha raggiunto per ben due volte il primato ai campionati mondiali. Originaria di Craiova, Romania, Anna Brunella da dieci anni abita a Tivoli Terme. Bella, creativa, intelligente, oltre a svolgere il suo lavoro come hair stylist in un salone di via del Corso, a Roma, promuove e partecipa ad eventi moda esclusivi e non si ferma un secondo.
Quando hai cominciato a stare male?
“Ho cominciato ad avere i primi dolori articolari all’età di sette anni, ma i medici dicevano che potevano dipendere dalla crescita. Le normali analisi non sono sufficienti a scoprire l’esistenza di questo morbo perciò ho vissuto sopportando dolori sempre più forti senza sapere da cosa dipendessero. Verso i 17 anni mi alzavo dal letto con le lacrime agli occhi… a vent’anni un medico di Siena ha identificato la mia malattia come morbo di Behcet e ho intrapreso una terapia a base di cortisonici per attenuare il dolore”.
Nel frattempo però studiavi e a 18 anni hai iniziato persino a lavorare...
“Si, mi sono sempre detta che dovevo essere io a decidere della mia vita e non la mia malattia. Perciò mi ero praticamente abituata a convivere con i miei dolori e non mi fermavo un attimo per sentirmi sempre viva”.
Come è andata la tua prima esperienza lavorativa?
“E’ stata molto significativa perchè mi ha fatto capire che avrei amato questo lavoro anche se all’inizio non era ciò che sognavo fare… ho sempre desiderato diventare una stilista. Nonostante fossi totalmente inesperta, mi sono proposta come aiutante in un salone di parrucchieri a Roma, vicino alla scuola che frequentavo. Per motivi personali il titolare fu costretto a lasciarmi da sola in negozio per un periodo e all’inizio non sapevo cosa fare… un giorno entrò un ragazzo chiedendomi un taglio particolare che non avevo mai fatto. Con grande naturalezza lo feci accomodare e iniziai a tagliargli i capelli..ancora oggi è un mio cliente. Dopo otto mesi a Sorrento vinsi il campionato internazionale di taglio”.
Oggi qual è la più bella gratificazione sul lavoro?
“Sentir dire dai ragazzi che seguono i miei stage che vorrebbero diventare bravi come me”.
Sei venuta ad abitare a Tivoli quando eri un’adolescente, come è stato il primo impatto?
“All’inizio non è stato facile, diciamo che i miei coetanei non sono stati molto carini con me, ma poi mi sono integrata benissimo e oggi mi considero italiana in tutto e per tutto”.
Anna da bambina…
“Ero vivace, un maschiaccio. Fino a quando la mia malattia non mi ha creato seri problemi praticavo ciclismo acrobatico, scherma e giocavo a calcio. Passavo più tempo ad allenarmi che a studiare”.
Oggi che tipo di donna sei?
“Sensibile e fragile come ogni donna, ma anche combattiva e determinata. Posso dire di essere un pò all’antica per i valori con cui sono cresciuta… anche lavorando in un mondo particolare come la moda non mi piacciono le trasgressioni e tendo a non dare troppa confidenza agli altri”.
Secondo te la donna moderna cosa dovrebbe recuperare dal passato?
“Il senso di femminilità all’antica e cioè quella discrezione e quel pudore che appartenevano alle nostre nonne e alle mamme che ci hanno cresciuto”.
Una lady che ammiri particolarmente?
“Si chiama Tiziana Sirna ed è un vulcano di energia. E’ un ex modella, oggi mamma e manager, che dirige l’agenzia di moda con cui collaboro”.
Un modello perfetto di femminilità?
“Del passato Audrey Hepburn, del presente Sarah Jessica Parker che nel film Sex and the City interpreta il ruolo di Carrie”.
Ho visto le tue foto sul tuo profilo Facebook, i miei complimenti per il tuo style sempre originale.
“Mi piace cambiare, mixare il look moderno a dettagli vintage o stile etnico. Quanto ai colori detesto gli abbinamenti, sarei capace di indossare dieci tinte diverse insieme. Ma la cosa che più mi diverte è modificare o cucirmi da sola i miei vestiti…chissà magari un giorno riuscirò a portare i modelli che ho creato sulla passerella di uno dei miei reality della moda”.
Reality della moda?
“Sì è uno degli eventi che organizzo con il mio staff. Scegliamo tra la gente che partecipa alla serata nel locale tre o quattro ragazze e stravolgiamo il loro look, dal vestito ai capelli, al make up. Le invitiamo a cambiarsi dietro un separè e poi sul palco facciamo trucco e parrucco per poi farle sfilare completamente trasformate”.
Anna, sulla tua vita si potrebbe scrivere un libro…
“Non sei la prima a dirmelo, chissà magari un giorno lo farò”. (sorride)
Non posso salutarti senza chiederti qual è il tuo stato di salute al momento.
“Mi sono affidata alle cure di un professore argentino esperto di biologia molecolare e da un mese a questa parte sto meglio e nutro nuove speranze”.
Un messaggio a tutte le donne impegnate in battaglie difficili come la tua...
“Non pensare e non dire mai a se stesse “non posso” o “non ci riesco”, mai sentirsi vinte ma combattere sempre”.
Paola Pascucci