Per quanto possiamo ritenere di mangiare bene e in modo vario, infatti, sulle nostre tavole compaiono sempre le stesse categorie di sostanze, in forma anche “mascherata” all’interno di cibi industriali e confezionati: frumento (pane, pasta, craker, grissini, biscotti e prodotti da forno vari), latte e derivati (formaggio, yogurt, burro, panna), nichel (presente in tutti i grassi vegetali e in moltissime altri alimenti), cibi lievitati o fermentati (prodotti da forno dolci e salati, formaggi ecc.), sale (salumi, formaggi, ancora prodotti da forno ecc.), zucchero e così via.
“Per verificare la presenza di eventuali intolleranze alimentari verso questi o altri cibi esistono specifici test indolori– che si possono effettuare anche presso la nostra Farmacia-che prendono in considerazione tutti i principali alimenti presenti nella dieta occidentale. Qualora il test per le intolleranze alimentari evidenziasse particolari ipersensibilità, verrebbero previste specifiche modalità di assunzione degli alimenti risultati positivi, per consentire da un lato di eliminare il problema del gonfiore addominale e dall’altro di recuperare la fisiologica tolleranza verso il cibo”. Un piano alimentare correttamente predisposto non deve contemplare l’eliminazione totale degli alimenti risultati positivi al test (che è necessaria invece nelle allergie alimentari), bensì semplicemente una rotazione infrasettimanale delle classi alimentari verso cui si sia manifestata eccessiva sensibilità. I cibi “incriminati” possono così essere assunti in momenti predeterminati della settimana e, nel tempo, sempre più spesso, in modo da ritornare a mangiare liberamente di tutto entro qualche mese, senza però che si manifestino i disturbi.
Pancia gonfia? Occhio alle intolleranze alimentari
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