A Guidonia rush finale per quattro
Il popolo del centrosinistra è chiamato a scegliere il candidato sindaco da opporre ad Eligio Rubeis alle prossime amministrative. Domenica 9 marzo presso i nove centri anziani della città sarà possibile votare le Primarie di coalizione scegliendo tra una rosa di quattro aspiranti primi cittadini.
Si vota dalle 8 alle 20 presso le sedi dei seguenti centri anziani: Albuccione, via Palmiro Togliatti; Bivio di Guidonia, piazza dei Pini 2; Collefiorito, piazza don Uva 208; Colleverde, via Monte Gran Paradiso 42/43; Guidonia, piazza Bernardini 327; La Botte, piazza Colle Grato 1; Montecelio, via Monte Albano 9; Setteville, via Vittorio Alfieri 11; Setteville Nord, via Collalto Sabino 7; Villalba, corso Italia 214; Villanova, via Cavour 42/B.
Fonte Nuova: candidati a sindaco della coalizione. Chi la spunterà?
Sono quattro candidati che hanno raccolto le firme e che dunque saranno in corsa per diventare il candidato sindaco del Partito Democratico alle prossime elezioni comunali di maggio.
Si vota dalle 8 alle 20 a Tor Lupara presso la biblioteca di via Machiavelli 1, e a Santa Lucia presso Sagra delle Rose, in piazza delle Rose.
A Vicovaro il braccio di ferro tra De Simone e Solitari
A Vicovaro è sfida a due per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra. Da una parte
Si vota dalle 8 alle 20, presso la Sala del Consiglio Comunale di via Roma.
A Tivoli l’anomalia di un Pd che non trova rivali
“Io ballo da sola”, si intitolava un film di Bernardo Bertolucci. Potrebbe essere lo slogan per i manifesti che campeggiano su muri e cartelloni in giro per Tivoli in questi giorni. Quelli dove allo sfondo delle cascate tiburtine, fa da contrasto il mezzobusto di Manuela Chioccia in posa giovanile più che mai su un muretto. Con le ex cartiere crollate e fatiscenti ben tenute nascoste dall’obiettivo del fotografo.
“Io ballo da sola” perchè la Chioccia, lanciatissima per la corsa a diventare il primo sindaco donna di Tivoli, non è riuscita a trovare avversari per le primarie che si sarebbero potute tenere domenica 9 marzo anche nella Città dell’Arte. I circoli già da tempo erano stati mobilitati ad organizzarsi per portare gente a votare per Manuela, un’esperienza che avrebbe permesso di coinvolgere gli elettori nel clima di pre campagna elettorale e che avrebbe legittimato la scelta di Marco Vincenzi sulla signora di Villa Adriana, già assessore alla Cultura.
L’assenza dell’appuntamento con le primarie rappresenta una grande anomalia per il Pd tiburtino marcatamente renziano. Proprio quel Renzi che delle primarie e della partecipazione popolare che rappresentavano ne aveva fatto un cavallo di battaglia, uscendone prima sconfitto e poi stravincitore. E ore proprio la modalità delle primarie a Tivoli viene negata, non si è riusciti nemmeno ad organizzarle. Evidentemente il Pd locale è ben compatto e coeso, senza dissidenti né minoranze coraggiose a contendere lo scettro vincenziano. Sembrano davvero lontani anni luce i tempi in cui in Consiglio comunale si assisteva alla divisione di due gruppi all’interno dello stesso Pd con Andrea Ferro da una parte e Marco Vincenzi dall’altra, e che la stessa divisione nelle stanze del partito degenerava addirittura in sediate o sputi addosso. Almeno da quanto ricordano le cronache, memorabili, di un’infuocata riunione del partito di pochissimi anni fa. I protagonisti delle divisioni dell’epoca ora sono uno capogruppo regionale Pd, Vincenzi, e l’altro addirittura deputato, Ferro. Due status che hanno permesso di stabilire una pax totale su Tivoli e sancita dalla nomina di Manuela Chioccia candidata per tutti e decisa a tavolino dal gotha locale.
Resta il rammarico per il Pd di non poter esibire i propri muscoli con eventuali alleati. Verdi, socialisti, democratici di minoranza, riforandoroli, radicali, comunisti doc ma anche centristi o espressioni della società civica. Nessuno tra tutti quelli che potrebbero sentirsi rappresentati da un’ampia coalizione di centrosinistra se l’è sentita di fronteggiare l’armata alle spalle della Chioccia.
Con buona pace per i vertici del Pd locale che speravano di poterla giocare la partita delle primarie, una sfida che assaporavano già come una specie di Real Madrid contro squadretta qualsiasi di Terza Categoria, dove chiaramente gli spagnoli erano associati alla corrazzata del piddì.
L’unica disponibilità a prender parte alle primarie era stata annunciata, senza nemmeno troppa convinzione a dire il vero, dal gruppo che sostiene Massimiliano Iannilli e che sotto il nome “La città in comune” ha attirato esponenti di Sel e Rifondazione comunista. Simboli e forze numeriche però si sono defilati in maniera netta dal mettersi in competizione con la candidata del Pd per le primarie di coalizione, anzi, della coalizione probabilmente manco faranno parte visto che il gruppo intorno la figura di Iannilli ha palesemente espresso la volontà di cercare altre sponde con cui confrontarsi, ed in particolare quel Giuseppe Proietti sostenuto dalle liste civiche e che tanto sta dando fastidio a chi vorrebbe un centrosinistra compatto. Tra liste civiche farcite di pezzi di sinistra e l’incognita 5 Stelle che comunque andrà a pescare in maniera consistente dalle parti d’area Pd, è chiaro che quella che con più di qualche grattacapo il partito tiburtino deve avere a che fare.